BELLUNO - Proseguono gli strascichi del caso del processo bloccato, perché sarebbe introvabile un “interprete” si casertano all’ombra delle Dolomiti. Dopo...
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Erano tutti indirizzati alla propria compagna dall’imputato del processo “bloccato”, il casertano A.C., 37enne residente a Belluno. L’uomo gelosissimo della moglie l’avrebbe accusata di avere relazioni clandestine, minacciata di toglierle i bambini e di farla passare per pazza. È chiamato a rispondere di maltrattamenti, lesioni e un episodio di violenza sessuale. Ma la sentenza continua a slittare. Le testimonianze infatti sono ormai tutte concluse, ma l’accusa prima della chiusura del processo ha estratto la carta che ha complicato tutto: gli audio registrati dalla donna mentre veniva insultata e maltrattata. Audio incomprensibili per tutti.
I giudici avevano incaricato un perito per le trascrizioni, ma serviva qualcuno che parlasse quel dialetto. Era stato trovata la persona giusta, che si era presa qualche mese per la traduzione e nell’udienza di dicembre doveva giurare. Ma il perito aveva un altro incarico e ha dovuto rinunciare.
È allora che sono nati i problemi nella ricerca di un nuovo interprete. In quella giornata di dicembre si è scandagliato tutto palazzo di giustizia bellunese e si è trovato un giovane finanziere, che però ha rinunciato ufficialmente per «ragioni di servizio». Ma anche un secondo finanziere, proprio di Caserta, ha rinunciato. Nella nuova udienza che c’è stata a fine febbraio ha giurato l’appuntato casertano. I giudici del collegio sorpresi si sono chiesti: «Chi l’avrebbe detto che la varietà di dialetti tra Salerno, Napoli e Caserta è praticamente pari ai gruppi dialettali cinesi». Ora però, nel caso dovessero esserci nuovi problemi c’è l’esperto di dialetto casertano. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino