Maratona Bavisela, l'ex presidente deve restituire 6.300 euro al Comune

Enrico Benedetti a sinistra
TRIESTE - L'ex presidente della maratona Bavisela Enrico Benedetti deve restituire 6.372 euro al Comune di Trieste a titolo di danno erariale causato da fatture false e cifre...

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TRIESTE - L'ex presidente della maratona Bavisela Enrico Benedetti deve restituire 6.372 euro al Comune di Trieste a titolo di danno erariale causato da fatture false e cifre gonfiate. Lo stabilisce la sentenza di condanna emessa dalla  Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia. Nel mirino  era finita la manifestazione "Bentornati Topolini" che, organizzata dal comitato "no stress" si svolse nel maggio 2008  con "l'indebita percezione di contributi pubblici per l'organizzazione dell'evento". Indagini effettuate anche sotto il profilo penale avevano portato a riscontrare - in sede di rendicontazione dell'impiego di un finanziamento pari a 18mila euro -  come "fossero stati indicati e prodotti documenti non corrispondenti ad oneri ammissibili o effettivamente sostenuti". Nella sentenza si parla di "documentazione contraffatta e non veritiera" e di "operazioni fraudolente". Persino di una "doppia fatturazione" al fine di conseguire un doppio rimborso.


Benedetti aveva patteggiato in sede penale un anno e dieci mesi di reclusione per truffa aggravata nell'utilizzo di fondi pubblici. Nonostante Benedetti risultasse vice presidente del comitato "no Stress" ma di fatto era "l'unico vero gestore" rispetto agli altri due componenti "meramente formali". I giudici contabili rilevano anche la presenza di Benedetti in più associazioni contemporaneamente: le stesse a vario titolo ricorrevano all'utilizzo di fondi pubblici. Nel computer del condannato "sono stati rinvenuti file di contabilità promiscua tra prestazioni afferenti alla manifestazione Bentornati Topolini e a quella della Bavisela". E sempre nella sentenza si legge che "Benedetti in prima persona ha contribuito consapevolmente alla costruzione delle operazioni truffaldine, con chiara finalità ingannatoria nei confronti dell'ente erogatore".  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino