Se ne va Amalia, la storica barista del Commercio: servì il primo Bellini in città

Addio a Amalia Zoldan, nella foto a sinistra (a destra la sorella Mara)
BELLUNO - Chissà quanti battibecchi cittadini, quanti aneddoti se ne sono andati insieme a lei. Magari anche belle storie e piccoli segreti. Quelli che chi lavora...

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BELLUNO - Chissà quanti battibecchi cittadini, quanti aneddoti se ne sono andati insieme a lei. Magari anche belle storie e piccoli segreti. Quelli che chi lavora dietro ad un bancone sente e non deve sentire. Amalia Zoldan, che per 50 anni ha gestito il Caffè Commercio, storico locale che c’era in via Roma, è morta ieri all’ospedale San Martino, all’età di 84 anni, dopo alcuni mesi di ricovero per malattia. Insieme alla sorella Mara, che abita in piazza delle Erbe, è stata testimone di una Belluno in cambiamento, da rurale a colta e politicamente impegnata. Amalia ha visto come, nel locale, con una stretta di mano, si stipulavano compravendite di vitelli, fieno, fagioli. Ha assistito alla chiusura del Caffè che era quasi casa: cento metri quadri che, nel 2013, sono passati di mano. Acquisiti per 600mila euro dalla Fondazione Cariverona, così divenuta proprietaria dell’intero stabile di Palazzo Fulcis che oggi ospita il Museo cittadino.

LA BATTAGLIA

Amalia e Mara Zoldan avevano assistito, allora, alla levata di scudi dei bellunesi che, attraverso una raccolta firme, chiedevano di non fare dello storico androne di Palazzo Fulcis solo la biglietteria con bookshop del futuro museo civico, ma di mantenerne l’uso di “caffè letterario”. Tenendo caro, insomma, lo storico bancone liberty in legno di ciliegio, con decorazioni liberty in argento e peltro più una sirenetta d’ottone. Lo scopo era che Belluno non perdesse la memoria di un locale – l’antico “Scopici” - che faceva parte della storia cittadina. Una storia di cui Amalia si sentiva orgogliosamente custode. «Il Caffè Commercio esiste da fine Settecento, aperto prima del Miniera, del Manin e del Deon», dicevano a gran voce le sorelle a chi entrava, indicando la bacheca appesa alla parete carica di documenti e stralci di vecchi giornali. Poi ricordavano agli avventori gli ospiti illustri. Un lungo elenco di scrittori, attori o cantanti lirici che uscivano dal Teatro Comunale: Mario Del Monaco, Renzo Arbore, Alberto Lupo, Gastone Moschin, Ottavia Piccolo, Franco Basaglia, Oriana Fallaci. Fino ai nomi più recenti. Come Sergio Chiamparino – ex sindaco di Torino – che passava, da alpino di stanza a Belluno, in libera uscita, o come la poetessa Patrizia Valduga. Originarie di Codissago le sorelle hanno iniziato la loro gestione del Caffè solo due settimane dopo la tragedia del Vajont. Quando, fortunatamente, già abitavano a Limana.

LA STORIA

Nell’Ottocento era di proprietà della famiglia Doglioni e luogo di litigi fra casate nobili di città, nel 1903 sede del Circolo ufficiali con tanto di larin per il brulè, pavimento in legno e biliardo. Più vicini nel tempo, troviamo fra i suoi clienti affezionati i componenti del circolo Bertold Brecht, i giocatori del Rugby Belluno, i cantanti del Coro minimo. Divenne, poi, quasi il campo base della sinistra bellunese. Negli anni della contestazione, infatti, il locale era noto come “covo” dei Cub, i Comitati unitari di base degli studenti bellunesi. Ma soprattutto, e da sempre, come il nome stesso evoca, il Commercio è stato il bar degli affari. Amalia e Mara avevano raccontato a Il Gazzettino, nel 2004, che i clienti erano diventati sempre meno: «Entrano i fedelissimi, gli anziani, gli impiegati della zona o gli studenti che fanno plao e non giocano più a carte, ma a biliardo. Mentre, fino agli anni Settanta, specialmente il sabato e il mercoledì proprio non si riusciva ad entrare da quanta gente c’era. Erano tempi in cui il caffè apriva alle 5 di mattina, con gli avventori che arrivavano con le prime corriere, e chiudeva alle 23». Qui venivano i commercianti da tutta la provincia. Amalia e Mara ricordavano che «il Caffè era chiamato anche “degli specchi”, poiché i mercanti si potevano controllare alle spalle nella gestualità che sanciva l’affare e che, proprio al Commercio, fu servito il primo Bellini». I funerali di Amalia Zoldan saranno celebrati in Duomo, domani, martedì, alle ore 15. 

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Il Gazzettino