Autonomia. Zaia: «Non saremo ​la nuova Cassa del Mezzogiorno»

Autonomia. Zaia: «Non saremo la nuova Cassa del Mezzogiorno»
«Mi state dicendo che l'extragettito del Veneto dovrebbe diventare una nuova Cassa del Mezzogiorno? Ma chi è che si inventa norme finanziarie del genere? A parte...

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«Mi state dicendo che l'extragettito del Veneto dovrebbe diventare una nuova Cassa del Mezzogiorno? Ma chi è che si inventa norme finanziarie del genere? A parte il fatto che i primi a non volerlo sono convinto che sarebbero proprio i cittadini del Sud. Io, comunque, non firmerò mai norme finanziarie che siano una presa una giro per il Veneto e, in generale, non firmerò una finta autonomia». Luca Zaia ha appena stappato una bottiglia di prosecco per festeggiare con i sindaci e i consiglieri regionali il riconoscimento dell'Unesco alle Colline di Conegliano e Valdobbiadene. In due settimane il governatore del Veneto ha portato a casa due risultati storici: le Olimpiadi  invernali 2026 e il marchio per un paesaggio ora Patrimonio dell'Umanità. Per l'en plein gli manca l'autonomia. Che però è impantanata a Roma. Stamattina, a Palazzo Chigi, ci sarà il terzo vertice politico, ma tutto lascia presagire che non sarà quello definitivo. Eppure, Zaia si dice ottimista: «Quella su cui stanno lavorando i ministri è la loro controproposta. La nostra è nota e io sono fermo a quella».

LO STOP«Si parte con la spesa storica - ribadisce Zaia - che peraltro ci penalizza. Se entro tre anni non si passa ai fabbisogni standard - che sono obbligatori dal 2009 - si applica la spesa media nazionale». Il M5, però, della spesa media nazionale non ne vuole sapere: per il Veneto, che con Lombardia ed Emilia Romagna è in fondo alla classifica della spesa media, sarebbe ovviamente un vantaggio, mentre ci rimetterebbero le regioni non virtuose.
Ma il M5s punta anche sul fondo di perequazione. L'ha ribadito ieri il vicepremier Luigi Di Maio: «Qualsiasi riparto di risorse economiche verso le regioni che la stanno chiedendo, dovrà prevedere livelli essenziali di prestazioni per tutte le altre regioni e un fondo di perequazione per fare in modo che ci sia un meccanismo di solidarietà verso tutte le altre regioni. Poi si farà un aggiornamento costante che porti a far sì che quando si trasferiscono i soldi alle regioni, nel momento in cui queste hanno un extragettito lo condividano con tutte le altre regioni. È un principio sacrosanto che ci permetterà di fare un'autonomia light, che non abbia un impatto sulle altre regioni. Anzi sarà l'occasione per creare meccanismi di solidarietà nazionale che non ci sono mai stati».

Posto che Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna hanno presentato la propria proposta di autonomia, ora il Governo presenterà la sua. Dovesse andar bene ci sarebbe la firma di una pre-intesa. Quel testo verrebbe poi mandato alle commissioni parlamentari. Alla fine, se anche il testo passato al vaglio del Parlamento andasse bene, ci sarà la firma dell'intesa vera e propria e, quindi, il voto finale di Camera e Senato a maggioranza assoluta. Ma tutto lascia intendere che la proposta che uscirà da Palazzo Chigi non piacerà. «Il fondo di perequazione? Non so neanche cosa sia», taglia corto Zaia.
Alda Vanzan Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino