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Neanche nella top ten, nonostante le politiche che si fregiano di essere sempre più “green” e una sfilza di eventi - pubblici e privati - sulla transizione ecologica e la lotta alla produzione di inquinamento tramite gli idrocarburi. Il Friuli Venezia Giulia è pronto ad affrontare la svolta sancita dall’Unione europea che consiste nell’addio alle auto a motore termico a partire dal 2035? La risposta al momento è secca. Un “no” grande come una casa. Di tempo ce n’è ancora, si potrà obiettare. Ma la corsa sarà ad ostacoli, perché neanche dal Piano nazionale di ripresa e resilienza sono arrivate quelle buone notizie che ci si aspettava per poter imprimere una netta accelerazione.
IL QUADRO
La nostra regione non è pronta ad una conversione brutale verso i motori elettrici dei mezzi privati. Al momento non lo sarebbe nemmeno se la rivoluzione dovesse riguardare solamente la flotta pubblica. E il punto più critico è quello che riguarda la penetrazione e la diffusione delle postazioni di ricarica. È vero, rispetto anche solo a due-tre anni fa sono stati fatti molti passi avanti, ma si tratta ancora di un’infrastruttura di nicchia, che consente a poche persone di poter circolare senza patemi guidando una macchina completamente elettrica. Altro discorso riguarda la diffusione dei veicoli ibridi, ma in quel caso è ancora il motore termico a garantire autonomia e soprattutto comodità. Il rapporto che boccia il Friuli Venezia Giulia è quello firmato – e aggiornato mensilmente - da Motus-E, il principale portale che raccoglie e analizza i dati del mercato dell’auto elettrica.
SVILUPPO
Guardando invece al tasso di crescita rispetto al 2021, al primo posto troviamo il Friuli Venezia Giulia, che registra un vero e proprio boom di installazioni (+96,95% punti di ricarica rispetto al 2021). Seguono nell’ordine: Veneto (+58,6%), Sardegna (58,2%) e poco dopo Marche (+55,2%). Le Regioni che invece presentano un tasso di crescita più basso sono nell’ordine: Trentino-Alto Adige (+22,7%), Umbria (+23,4%) e Toscana (+27%). Nella top five delle aree territoriali con più punti di ricarica si trovano 5 città metropolitane (a cui è dedicata l’approfondimento successivo), mentre nella top ten le uniche Province rientranti (che non sono città metropolitane) risultano essere Brescia, Pordenone, Bergamo e Treviso. Le Province che invece presentano in assoluto meno punti di ricarica sono Prato, Trieste, Vibo Valentia, Crotone e Isernia. Infine un neo: a Pordenone zero euro dal Pnrr per le colonnine. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino