Colonnine di ricarica? Il Friuli è in ritardo. La regione fuori dai primi dieci posti per la conversione all'elettrico

Colonnine di ricarica? Il Friuli è in ritardo. La regione fuori dai primi dieci posti per la conversione all'elettrico
Neanche nella top ten, nonostante le politiche che si fregiano di essere sempre più “green” e una sfilza di eventi - pubblici e privati - sulla transizione...

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Neanche nella top ten, nonostante le politiche che si fregiano di essere sempre più “green” e una sfilza di eventi - pubblici e privati - sulla transizione ecologica e la lotta alla produzione di inquinamento tramite gli idrocarburi. Il Friuli Venezia Giulia è pronto ad affrontare la svolta sancita dall’Unione europea che consiste nell’addio alle auto a motore termico a partire dal 2035? La risposta al momento è secca. Un “no” grande come una casa. Di tempo ce n’è ancora, si potrà obiettare. Ma la corsa sarà ad ostacoli, perché neanche dal Piano nazionale di ripresa e resilienza sono arrivate quelle buone notizie che ci si aspettava per poter imprimere una netta accelerazione.


IL QUADRO
La nostra regione non è pronta ad una conversione brutale verso i motori elettrici dei mezzi privati. Al momento non lo sarebbe nemmeno se la rivoluzione dovesse riguardare solamente la flotta pubblica. E il punto più critico è quello che riguarda la penetrazione e la diffusione delle postazioni di ricarica. È vero, rispetto anche solo a due-tre anni fa sono stati fatti molti passi avanti, ma si tratta ancora di un’infrastruttura di nicchia, che consente a poche persone di poter circolare senza patemi guidando una macchina completamente elettrica. Altro discorso riguarda la diffusione dei veicoli ibridi, ma in quel caso è ancora il motore termico a garantire autonomia e soprattutto comodità. Il rapporto che boccia il Friuli Venezia Giulia è quello firmato – e aggiornato mensilmente - da Motus-E, il principale portale che raccoglie e analizza i dati del mercato dell’auto elettrica. Si parla sì di immatricolazioni, ma anche e soprattutto dello stato delle infrastrutture, elemento chiave se si pensa a un futuro fatto solamente di veicoli a trazione “verde”. Ebbene, proprio in questo campo la nostra regione dimostra di non essere ancora al passo. Se si considera che la media aritmetica dei punti di ricarica per Regione è pari a 1.837, si può notare che circa tre quarti delle Regioni (14 su 20) sono in realtà sotto la media. In questo gruppo c’è anche il Friuli Venezia Giulia, che non si trova tra le prime dieci regioni italiane nemmeno per il rapporto tra colonnine e abitanti. In regione sono censite 1.292 colonnine di ricarica, con una presenza molto più sporadica se si parla dell’area montana. Anche la Sardegna ha fatto meglio negli ultimi anni, pur potendo contare su di una densità abitativa molto inferiore a quella del Friuli Venezia Giulia.

 
SVILUPPO


Guardando invece al tasso di crescita rispetto al 2021, al primo posto troviamo il Friuli Venezia Giulia, che registra un vero e proprio boom di installazioni (+96,95% punti di ricarica rispetto al 2021). Seguono nell’ordine: Veneto (+58,6%), Sardegna (58,2%) e poco dopo Marche (+55,2%). Le Regioni che invece presentano un tasso di crescita più basso sono nell’ordine: Trentino-Alto Adige (+22,7%), Umbria (+23,4%) e Toscana (+27%). Nella top five delle aree territoriali con più punti di ricarica si trovano 5 città metropolitane (a cui è dedicata l’approfondimento successivo), mentre nella top ten le uniche Province rientranti (che non sono città metropolitane) risultano essere Brescia, Pordenone, Bergamo e Treviso. Le Province che invece presentano in assoluto meno punti di ricarica sono Prato, Trieste, Vibo Valentia, Crotone e Isernia. Infine un neo: a Pordenone zero euro dal Pnrr per le colonnine.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino