Pronto soccorso, la ditta appaltatrice non regge i costi e ottiene più soldi "minacciando" di lasciare

Ospedale di Auronzo
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AURONZO DI CADORE - Sul servizio del Punto di primo intervento di Auronzo, l’Ulss n.1 Dolomiti è stata messa nelle condizioni di accettare il maggior costo oppure di trovarsi senza di esso. La trevigiana società Castel Monte scs onlus di Montebelluna, presente a pochi metri dal lago di Santa Caterina da un paio d’anni, ha infatti proposto un adeguamento delle tariffe fatta salva la possibilità di risolvere il contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta. In breve: il servizio, fino al 2020 garantito dall’azienda sociosanitaria dolomitica, trovatasi poi nell’impossibilità di proseguire il percorso con risorse proprie, costerà 17 mila euro in più al mese. Per la precisione, complessivamente, l’accordo trovato comporta un aumento mensile del canone pari ad 17.399 euro, fino alla scadenza naturale del contratto, fissato al primo novembre del 2025. In totale, quindi, il canone mensile per garantire il Ppi di Auronzo è di circa 99mila euro al mese. Nello scorso mese di maggio 2022 la Castel Monte ha comunicato che “il contratto in essere per la gestione del Punto di primo intervento di Auronzo è divenuto eccessivamente oneroso per il verificarsi di eventi straordinari ed imprevedibili ed è insostenibile dal punto di vista economico, al costo attuale di mercato, in comparazione alle tariffe di aggiudicazione”. E a supporto della decisione ha elencato una serie di cause esogene alla propria volontà che riguardano la generalizzata scarsità delle figure professionali inserite nell’appalto, con conseguente vertiginoso aumento del costo del lavoro.

L’Ulss Dolomiti, come previsto dalla normativa, pur ritenendo fondate le ragioni della Cooperativa sociale, ha intavolato una serie di trattative volte, da un lato, ad assicurare la continuità del rapporto contrattuale e, dall’altro, ad evitare che il corrispettivo contrattuale non subisca aumenti incontrollati. A seguito dell’attività negoziale intrapresa dall’azienda sociosanitaria bellunese, la Castel Monte ha proposto, all’inizio di luglio, nuove tariffe parametriche che vanno a costituire la nuova offerta e, in seguito ad ulteriori trattative, ha ridotto il canone a forfait per la messa a disposizione di un’ulteriore ambulanza da 12mila ad 8mila euro annui. Inizialmente il servizio era stato affidato alla Cooperativa per un periodo di prova di sei mesi e con un appalto di un lustro per un importo di circa 987 mila euro all’anno (pari a 82.250 euro mensili). Alla base della decisione di esternalizzare l’importante servizio di gestione del Punto di primo intervento di Auronzo c'è stata la notevole difficoltà nel reperire personale, in particolare medici nella disciplina di medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza, da assegnare alle unità operative complesse di accettazione e pronto soccorso, ai Punti di primo intervento e alle attività dell’emergenza sanitaria territoriale. Così l’affidamento ad altri è stata ritenuta la scelta obbligata per presidiare con la dovuta attenzione il territorio, assicurare i livelli essenziali di assistenza ed evitare il rischio di interruzione di pubblico servizio. L’azienda, quindi, come autorizzato dalla Regione del Veneto, aveva bandito l’apposita gara per l’esternalizzazione del servizio inserendo delle clausole migliorative, oltre alla richiesta di personale medico, infermieristico e di autisti conforme all’allora situazione. Il criterio di aggiudicazione è stato quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. L’arrivo della Castel Monte era stato saluto dall’Ulss Dolomiti con soddisfazione. “Si conferma quindi l’impegno per garantire i servizi sul territorio – era stato detto – adottando tutte le strategie per dare alla montagna servizi concreti e adatti alle esigenze dei suoi abitanti, dei turisti e dei grandi eventi che vedranno il nostro territorio al centro dell’attenzione mondiale”.

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Il Gazzettino