Belluno. Va al pronto soccorso: più di 8 ore di attesa per la visita

Belluno. Va al pronto soccorso: più di 8 ore di attesa per la visita
BELLUNO - Entrare al pronto soccorso alle 20.26, con codice verde. Essere visitato solo dopo 8 ore e 15 minuti alle 4.39 della mattina successiva. È assurdo, ma è...

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BELLUNO - Entrare al pronto soccorso alle 20.26, con codice verde. Essere visitato solo dopo 8 ore e 15 minuti alle 4.39 della mattina successiva. È assurdo, ma è quello che è accaduto in Veneto, il 16 luglio scorso, all'ospedale San Martino di Belluno. Ma era solo un'altra notte ordinaria di superlavoro per il personale del reparto. Infatti, controllando i tempi di attesa, che sono accessibili in tempo reale sul sito www.aulss1.veneto.it, è facile vedere che in questi giorni d'estate non si scende mai al di sotto dei 130 pazienti nelle 24 ore, visti dai medici del pronto soccorso del San Martino. Non attendono solo i verdi o i bianchi, ovvero pazienti non urgenti, ma anche i gialli, ovvero persone che hanno un parametro vitale alterato, o comunque una condizione di discreta gravità.  Monitorando la situazione dal sito web più di una volta in questi giorni i gialli avevano attese previste di oltre un'ora. Sessanta minuti in cui tutto può succedere. I codici gialli infatti hanno un «potenziale pericolo di vita» e per loro ci vuole un «ingresso nel più breve tempo possibile». E se i gialli sono in barella, e hanno comunque una sorveglianza, anche se ridotta dopo le 22, i verdi e bianchi non hanno speranza. Sono seduti in sala d'attesa, tra l'altro, senza aria condizionata. Un rischio ulteriore, in queste giornate di afa.

IL RECORDIl peggio al pronto soccorso bellunese arriva, come già scritto altre volte, la notte, quando dalle 20 resta un solo medico (uno in pronta disponibilità) e solo 3 infermieri dalle 22 che devono uscire con anche ambulanza per il Suem. Una situazione esplosiva che inevitabilmente il 16 luglio ha comportato un'attesa di 8 ore e 15 minuti per un paziente. È il record, e non potevano mancare le proteste arrivate alla nostra redazione. Anche se spesso, ormai, non ci si lamenta neanche più: perché questa sta diventando la normalità a Belluno. La persona è in sala d'attesa senza aria condizionata e non ha interlocutori, o sorveglianza. Così accade che spesso suonano il campanello di chiamata per le urgenze, pur di parlare con qualcuno. E molto spesso i nervi non reggono. C'è chi aggredisce i sanitari, che diventano parafulmini della rabbia che scatta per un'organizzazione che evidentemente andrebbe rivista. Infatti tutto questo accade a Belluno, mentre a Agordo e Pieve di Cadore, con lo stesso personale, si viaggia con 10-25 pazienti al pronto soccorso in 24 ore, e attese che quasi mai superano l'ora, nemmeno per i codici bianchi. Numeri che a Belluno caratterizzano solo le tranquille ore notturne.

I TIMORIAd agosto ci sarà il clou dell'afflusso turistico e se ci si mette anche il caldo (come ha fatto in queste settimane) sarà da incubo per i lavoratori del pronto soccorso bellunese. Ma non sono in programma rinforzi. Come potrà andare avanti il personale in una situazione simile? Dovranno stringere i denti e scendere in trincea, ogni giorno, ogni notte. A fronte di stipendi che sicuramente non ripagano tutto quello che devono passare. Non può essere sufficiente il contentino dell'indennità di guardia notturna aumentata per i medici da 50 a 100 euro (per gli infermieri è di 21 euro). Rischiano in prima persona. D'altronde proprio la notte, e solo a Belluno in provincia, si sono verificate le morti sospette finite alla cronaca giudiziaria. 
Olivia Bonetti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino