MESTRE - C'è chi, forse, lo rimpiange un po'. Una fauna di baveri alzati, cappelli e occhiali scuri per non farsi riconoscere, con proiezioni che iniziavano alle 2...
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PASSAGGI DI PROPRIETÁDi certo, un tempo il Piave faceva parte del patrimonio della famiglia Furlan che, assieme agli cinema mestrini, gestiva pure questa sala a luci rosse da 300 posti. Poi, ormai parecchio tempo addietro, il Piave venne venduto ad un avvocato di Catania che, a sua volta, lo ha ceduto un paio di anni fa alla società che ha avuto problemi con le banche, tanto che alcuni tentativi di vendita anche a prezzi più bassi (sui 400mila euro) sarebbero sfumati.
La sala era comunque ormai chiusa dal 2014, dopo quella storiaccia del settembre 2013: il Cinema Piave venne infatti messo sotto sequestro nell'ambito di un'inchiesta sulla prostituzione maschile partita da Milano e che coinvolse anche altri sei cinema sparsi in varie zone d'Italia. Tutti sequestrati perché all'interno si svolgevano prestazioni sessuali a pagamento offerte da persone di sesso maschile (omosessuali, transessuali) e anche minorenni a uomini ivi presenti. come scrisse il gip di Milano Annamaria Zamagni. Da allora la palazzina è rimasta nel più totale abbandono, ripetutamente segnalata come luogo di spaccio e di uso di sostanze. E ora l'asta, sperando che qualcuno, senza bavero alzato e occhiali scuri, si faccia avanti.
Fulvio Fenzo Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino