I genitori passati dal sonno alla morte, lei deceduta qualche ora dopo, forse dopo averli vegliati. L'autopsia sulle tre salme, trasferite all'obitorio dell'ospedale...
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Sono due le comunità sotto choc per la tragedia che ha annientato un'intera famiglia: Mirano dove i coniugi Marzaro, insieme alla loro unica figlia, hanno vissuto fino a otto mesi fa, e Asiago, dove Silvia Marzaro, 43 anni il prossimo dicembre, prima di togliersi la vita con le stesse modalità, con un mix letale di sonniferi e sedativi, avrebbe ammazzato i genitori, Italo Marzaro 85 anni da compiere e Ubaldina Volpato, 83 anni compiuti giusto un mese fa.
IL DECESSO
Il decesso di tutte e tre le vittime risalirebbe fra le 16 e le venti ore precedenti alla macabra scoperta, avvenuta alle quattro del pomeriggio di lunedì. Un arco temporale calcolato sia sulla base della condizioni cadaveriche, sia e ancor di più sulla base dell'ultimo whatsapp fra Silvia e il fidanzato, un fotografo miranese di 63 anni. Poco prima di mezzanotte. Una conversazione su come era trascorsa la domenica, interrotta senza concludersi da parte di Silvia perché - questa è l'ipotesi più verosimile - sarebbe svenuta sotto l'effetto delle benzodiazepine assunte. Il corpo della 43enne infatti è stato trovato a terra vicino alle scale, sul pavimento una macchia di sangue: perdendo i sensi aveva sbattuto la nuca sullo stipite della porta, procurandosi una ferita non così grave da essere letale. Accanto il cellulare che è stato sequestrato, insieme a un pc portatile, dai carabinieri del Nucleo investigativo di Vicenza, che sotto la guida del tenente colonnello Giuseppe Bertoli, stanno conducendo le indagini.
LA CASA
Da sempre la famiglia Marzaro trascorreva le vacanze nell'Altopiano, apprezzandone il paesaggio e la gente. Nell'appartamento preso in affitto al civico 206 di via Pennar, nell'omonima contrada, la coppia di ultraottantenni si era trasferita in modo stabile dallo scorso giugno. Silvia li aveva raggiunti da alcuni giorni, alternando periodi di convivenza più o meno lunghi con il compagno nella casa di quest'ultimo a Mirano. A far visita al padre e alla madre cui era molto attaccata, ci andava spesso.
Quando i pompieri, allertati dal 63enne, che non riusciva più a mettersi in contatto con Silvia, sono entrati nell'abitazione, i due anziani erano coricati a letto, sotto le coperte. Con ogni probabilità erano passati dal sonno alla morte. Chissà se Silvia li ha vegliati, restando con loro fino agli ultimi istanti di vita o se il coraggio di assistere al loro trapasso definitivo non l'ha trovato, preferendo chiudersi alle spalle la porta e andando pure lei incontro a quel destino che, sola e disperata, aveva deciso per tutti e tre. Farla finita per sempre, restando uniti. Gli investigatori non hanno trovato alcuna lettera o scritto di spiegazione del gesto.
IL MALESSERERuoterebbe tutto attorno alla figura di Silvia e alla sua fragilità psicologica, questo assurdo e atroce lutto familiare. Sotto sequestro anche le confezioni di medicinali trovate a casa e che Silvia pare assumesse per riuscire a riposare. Chiusa e solitaria, introversa, senza molte amicizie e con poca via sociale, non risulta essere in cura in alcuna struttura psichiatrica. E pare che il tentativo di suicidio registrato ad agosto, sempre con l'ingestione di tranquillanti, sia stato giudicato da lei e dai genitori come un incidente dovuto a uno sbaglio non voluto di dosi. Come dire che non si voleva o si era incapaci di riconoscere la reale entità del malessere psicologico, esploso in tutta la sua portata domenica. Era stata ricoverata all'ospedale di Asiago per poi, su sua richiesta, passare a quello di Dolo, nel reparto di psichiatria, per essere dimessa dopo alcuni giorni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino