Allarme disturbi alimentari, la dottoressa Favaro: dopo la pandemia i ricoveri urgenti per anoressia nervosa sono quadruplicati

PADOVA - A seguito della pandemia Covid si assiste a un continuo e progressivo aumento dei disturbi alimentari tra i più giovani. Una tendenza dimostrata dai dati...

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PADOVA - A seguito della pandemia Covid si assiste a un continuo e progressivo aumento dei disturbi alimentari tra i più giovani. Una tendenza dimostrata dai dati fotografati ieri dalla professoressa Angela Favaro, direttore della Psichiatria e del Centro Regionale per i disturbi del comportamento alimentare di Padova. Dal 2019 al 2022 sono triplicati in particolare i ricoveri urgenti per anoressia nervosa, passando da 18 a 76. Altrettanto significativa la crescita delle richieste di aiuto giunte al Pronto soccorso sempre per anoressia nervosa, salite da 20 nel 2019 a 70 nel 2022. Boom anche per le prime visite che passano da 57 nel 2019 a 108 nel 2022. «I disturbi dell’alimentazione - spiega la professoressa Favaro - sono disturbi psichiatrici che colpiscono soprattutto le giovani donne con alti tassi di cronicità e alti livelli di mortalità. Inoltre sono una delle principali cause di disabilità nei giovani. Con la pandemia, sin da subito, è apparso un aumento delle diagnosi di anoressia nervosa soprattutto tra gli adolescenti. Abbiamo intercettato un caso acuto anche in una paziente di appena 12 anni. Il lockdown e tutti i cambiamenti legati alla pandemia hanno portato a una sofferenza generale, a quanto pare non reversibile: le conseguenze si fanno sentire anche adesso a lungo termine». Hanno influito sulla salute mentale degli adolescenti i cambiamenti di routine, della frequenza scolastica, le preoccupazioni legate al rischio infezione e alla morte delle persone care, ma soprattutto l’isolamento e i social network. «In un certo senso è venuto a mancare un confronto diretto con la realtà e con i coetanei: i ragazzi hanno usato molto i social media, dove spesso il confronto fisico è falso e bidimensionale. Ciò in un’età in cui si forma l’immagine corporea e si sviluppa l’autostima».

IL QUADRO

Le prime visite complessive al Centro Regionale per i disturbi alimentari sono circa 300 all’anno. «Tra il 2019 e il 2020 le prime visite per anoressia nervosa erano circa 50, sono praticamente raddoppiate durante l'emergenza Covid, attestandosi a 108 lo scorso anno. Abbiamo osservato una diminuzione dell’età d’esordio dei disturbi: nel 2019-20 si presentavano al Centro ragazze tra i 22 e 24 anni, nel 2021 l’età media si è abbassata a 20. E il numero di prime visite assolute sotto i 18 anni è notevolmente aumentato nel 2021». Il Centro regionale garantisce un trattamento a livello ambulatoriale e una riabilitazione semi-residenziale in regime di day hospital. Sono circa 3.500 l'anno le visite specialistiche garantite alle pazienti in cura per anoressia nervosa in Azienda ospedaliera. La riabilitazione residenziale avviene in collaborazione con strutture esterne, in convenzione, ma i casi acuti vengono ricoverati in ospedale nei reparti di Psichiatria, nelle Medicine e in Neuropsichiatria infantile. In via Giustiniani con la pandemia si è assistito a un boom di ricoveri urgenti per anoressia. «Se prima della pandemia si registravano ricoveri per complicanze mediche legate alla malnutrizione per un massimo di 400 giorni di degenza all’anno, nel 2021 i giorni in ospedale sono stati circa 1500», specifica l’esperta.

LE RISPOSTE

«Il trattamento dell’anoressia nervosa è per passi successivi - conclude Favaro - il primo è il livello ambulatoriale, poi si passa a un trattamento riabilitativo che può essere semi residenziale o residenziale. Oltre a tutto ciò vengono garantiti i ricoveri urgenti. Invitiamo i genitori che notano dei campanelli d’allarme a rivolgersi al Centro, spesso c’è la negazione del problema, quindi per agganciare il giovane è fondamentale fare squadra». 

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Il Gazzettino