Tragedia di Revine Lago, la piccola Mariia è morta annegata. L'autopsia esclude il malore

REVINE LAGO - La piccola Mariia è morta annegata. Il primo, seppur parziale, esito dell'autopsia sul corpicino esclude che la bambina sia stata colta da malore....

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REVINE LAGO - La piccola Mariia è morta annegata. Il primo, seppur parziale, esito dell'autopsia sul corpicino esclude che la bambina sia stata colta da malore. Confermando invece l'ipotesi iniziale dell'annegamento: già dall'esame esterno infatti era emerso che i polmoni della piccola, che non sapeva nuotare, erano pieni d'acqua. Un primo punto fermo sulla tragedia che una settimana fa ha scosso l'intera Marca e che ora vede cinque persone indagate per omicidio colposo e omissione di vigilanza: quattro animatrici e la suora responsabile dell'istituto. Mariia Markovetska, rifugiata ucraina di appena 7 anni, mercoledì pomeriggio era stata trovata morta nel lago di Santa Maria, a Revine mentre era in gita con il centro estivo organizzato dall'istituto San Giuseppe di Vittorio Veneto. Queste le prime risultanze dell'esame post mortem effettuato ieri mattina, 2 agosto, dall'anatomopatologo Antonello Cirnelli, incaricato dalla Procura di Treviso. Ci vorranno però altri 90 giorni per avere il responso definitivo, in base all'esito delle analisi su organi e tessuti prelevati ieri nel corso dell'esame autoptico. Ma il medico legale non si aspetta colpi di scena, tanto più che la bambina era in perfetta salute. Ad affiancarlo, nell'obitorio di Vittorio Veneto dove si trova il corpicino della vittima, c'erano due colleghi: Giovanni Cecchetto di Padova, nominato dalla famiglia della bimba e Davide Roncali per l'istituto vittoriese.


GIALLO SUL TEMPO IN ACQUA
Non è stato possibile invece stabilire per quanto tempo la piccola sia rimasta sott'acqua prima di essere recuperata da una coppia di turisti belgi, che si sono imbattuti per caso nel corpicino, a circa un metro e mezzo da riva, dove l'acqua era profonda circa un metro. Alcuni testimoni parlano di 50 minuti di buio tra l'allarme per la scomparsa della piccola e il ritrovamento del corpo senza vita. Una risposta sulle tempistiche potrebbe arrivare dagli accertamenti istologici su organi e tessuti. Il dettaglio è tutt'altro che secondario nella ricostruzione della tragedia: resta da capire infatti se l'incidente sia avvenuto mentre Mariia era in acqua con gli altri bambini del suo gruppo oppure se si sia allontanata in un altro momento, scivolando nel lago. Il gestore del bar Fela, tra i primi soccorritori, aveva parlato di una certa «improvvisazione» da parte dello staff del centro estivo. Le indagini, intanto, proseguono per stabilire appunto eventuali responsabilità.


SOTTO INDAGINE


Cinque i nomi iscritti nel registro degli indagati dal pm Valeria Peruzzo. Si tratta di Martina Paier, 22enne di Vittorio Veneto, che sorvegliava il gruppo di bambini di cui faceva parte Mariia, e Tiffany De Martin, 19enne di Fregona che vigilava invece sull'altro gruppo sceso in acqua insieme a quello della piccola ucraina. E ancora: Camilla Rizzardi, 36enne di Revine Lego e Simonetta Da Roch, 55 anni di Vittorio Veneto, responsabili delle attività. La prima era andata via all'ora di pranzo, come da permesso; la seconda invece era sul posto al momento della disgrazia. Sotto indagine anche suor Maddalena, al secolo Marina Baro, responsabile amministrativa del Campus. L'indagine è soltanto all'inizio: la lista degli indagati potrebbe accorciarsi o allungarsi in base agli sviluppi investigativi. Ma c'è già chi è pronto a difendersi, come De Martin, assistita dall'avvocato Enrico D'Orazio: «Mariia non faceva parte del mio gruppo, io ne sorvegliavo già un altro». Tanti i nodi ancora da sciogliere. Uno su tutti: com'è possibile che nessuno per parecchio tempo, si sia accorto che Mariia era in acqua, esanime.
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Il Gazzettino