TRIESTE - Un tetto massimo del 30% di alunni stranieri in ogni classe "per garantire un'offerta educativa qualitativamente appropriata", il crocifisso previsto in...
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A dire no al tetto del 30% è anche la Cgil del Friuli Venezia Giulia per voce del suo segretario Villiam Pezzetta che commenta: «La finalità non è quella di “garantire un’offerta educativa qualitativamente appropriata per tutti i bambini”, come sostiene la Giunta Dipiazza. La cui proposta è il frutto di una chiara scelta politica, che segue il sì al corteo di Casapound e viene aggravata dagli assurdi e inutili diktat sul crocefisso nelle aule e sull’insegnamento della religione cattolica». «Si tratta di una scelta – aggiunge Pezzetta – che non trova alcun tipo di giustificazione né nella situazione triestina né nella realtà specifica delle scuole dell’infanzia, dove la presenza di bambini stranieri non è mai stata e non è un ostacolo alle attività didattiche, ma anzi uno strumento di integrazione. È inquietante che questo avvenga a Trieste, dopo le reazioni sollevate dal caso Monfalcone e su proposta di quella stessa maggioranza che ha scelto di autorizzare il corteo neofascista di Casapound. La Cgil si batterà con tutte le sue forze perché questa scelta non passi, e fa appello fin d’ora a tutte le forze presenti in Consiglio comunale, comprese quelle di centrodestra, perché boccino questa misura, che stride pesantemente non solo con i principi della nostra Costituzione, ma anche con la tradizione e la vocazione multietnica di una città come Trieste, ribadite con forza dalle migliaia di cittadini che hanno partecipato alla manifestazione antifascista e antirazzista del 3 novembre». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino