ALPAGO - «Un attacco alla luce del giorno, fatto per uccidere e non solo per sfamarsi. Una cosa del genere non avrei mai pensato di vederla». A parlare è...
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LO SCONFORTO
Fullin racconta di aver lasciato il pascolo prima delle 8 e tutto era a posto. Poi è tornato alla 9 trovandosi di fronte una scena avvilente e del tutto inattesa. Come testimoniano le foto da lui stesso scattate, sul prato erano riversi pecore e agnelli agonizzanti. Alcune riuscivano a camminare, seppur barcollanti, nonostante le profonde ferite aperte. «Un attacco alla luce del sole era inimmaginabile. Purtroppo queste predazioni non sono una novità, ma finora erano sempre avvenute di notte, o al massimo di sera o prestissimo la mattina. È chiaro che i lupi hanno sempre meno paura e questo è molto preoccupante. Ormai attaccano con la luce del sole, di giorno e vicino alle case. È da tempo che noi allevatori segnaliamo il problema. Spero che si prendano provvedimenti prima che ci scappi il morto». Fullin spiega che per proteggere le greggi durante la notte, quando gli animali sono radunati, si è dotato di reti elettrificate. D’inverno proteggerli è più facile, le cose cambiano con l’arrivo della bella stagione quando si comincia a farli pascolare. Se poi i lupi iniziano a predare di giorno il problema è pesante: «Dovrei realizzare 90 chilometri di recinto con rete elettrosaldata alta 2 metri è inconcepibile, cambio lavoro. Certo è che se si va avanti così, per ottobre i miei animali saranno tutti uccisi».
L’ALLEVATORE
Sebastiano Fullin è un allevatore di professione che alleva 230 capi. «Numero in calo per i lupi. Ieri erano 242», dice sconsolato. E poi aggiunge: «Ho 35 anni, sono giovane e ho la forza di non scoraggiarmi anche se questo è stato un duro colpo. Però il momento è tutt’altro che facile visto che c’è anche l’emergenza Coronavirus e non abbiamo più la possibilità di vendere le nostre carni al mondo della ristorazione che si è dovuto fermare».
Andrea Ciprian Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino