È scattato l’allarme zecche. Con 15 casi di malattia di lyme e 4 di tbe registrati dal reparto malattie infettive del San Martino solo quest’anno, i numeri...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LA MALATTIA DI LYME
I casi osservati dalla Unità Operativa Complessa di Malattie infettive guidata dal dottor Ermenegildo Francavilla sono stati, negli ultimi dieci anni, 661. Oggi abbiamo praticamente raggiunto i numeri dello scorso anno. E siamo solo agli inizi. «Il fenomeno è, comunque, sottostimato – spiega il primario -. Perché la borelliosi si manifesta, nel 90% dei casi, con un eritema migrante che viene curato direttamente dal medico di base. Le manifestazioni di tipo neurologico si hanno nel 5% dei casi mentre quelle artritiche nell’1%. Nel 50% delle persone, poi, la malattia si manifesta senza che l’individuo riesca a risalire alla causa, ovvero al morso dell’acaro. Per una panoramica più precisa servirebbe che i medici di medicina generale ci segnalassero i pazienti curati». Non esiste vaccino in grado di prevenire la malattia che, tuttavia, è curabile con antibiotici.
LA TBE
Ben più grave è il fenomeno tbe. Il virus è decisamente meno diffuso ma le sue conseguenze possono essere tragiche. Dall’inizio della bella stagione già 4 persone l’hanno contratto, di cui 2 con sintomi tali da rendere necessario il ricovero. «Sono più di quelli segnalati nello stesso periodo dello scorso anno – spiega ancora Francavilla -. Nella stagione 2017, nel complesso, abbiamo seguito 12 casi. Sul nostro territorio registriamo il 40% della casistica nazionale, per questo siamo centro di riferimento regionale ma anche nazionale». Negli ultimi 10 anni sono state 123 le persone che hanno contratto il virus, con conseguenze più o meno gravi. La manifestazione clinica più importante è l’encefalite, accompagnata da febbre e cafalea, ma la gamma delle manifestazioni è amplissima e solo in un territorio come quello Bellunese, ormai avvezzo all’acaro e al suo temibile morso, si riescono a riconoscere con tempestività.
VACCINAZIONI
Di buono c’è che, per il virus responsabile dell’encefalite, esiste una profilassi sicura e molto efficace. La diffusione del vaccino, negli anni, è cresciuta di pari passo con la consapevolezza della popolazione dei rischi legati all’acaro. Così nel 2017 sono state 4488 i cittadini del distretto di Belluno che si sono sottoposti alla punturina e 855 quelli del distretto di Feltre. Numeri che, oggi, portano la popolazione vaccinata a contare circa 10 mila persone, in provincia. «La zecca rappresenta un crescente problema di sanità pubblica – spiega il dirigente del Servizio igiene e prevenzione, Fabio Soppelsa -, per questo nel 2017 con l’Istituto zooprofilattico e la polizia provinciale abbiamo effettuato 31 campionamenti con 85 prelievi in 8 comuni, Belluno, Feltre, Ponte nelle Alpi, Alpago, Tambre, Limana, Lorenzago e Lentiai. Una zecca è risultata positiva a batterio responsabile della malattia di lyme e nessuna al virus della tbe. Oggi tuttavia non si possono più determinare con esattezza i confini dei focolai, in qualsiasi zona della provincia si possono trovare acari infetti». L’unico modo per mettersi ai ripari è vaccinarsi. La lista d’attesa, però, è lunga e per chi si prenota ora l’appuntamento verrà fissato non prima di 40 giorni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino