Falsa testimonianza, il vescovo emerito mons. Magarotto condannato a 16 mesi

Il vescovo emerito Alfredo Magarotto
RUBANO - Il vescovo emerito, monsignor Alfredo Magarotto, 92 anni, è stato condannato a un anno e 4 mesi, con la sospensione della pena, per il reato di falsa...

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RUBANO - Il vescovo emerito, monsignor Alfredo Magarotto, 92 anni, è stato condannato a un anno e 4 mesi, con la sospensione della pena, per il reato di falsa testimonianza. A tradirlo è stato un pentimento postumo a una sentenza del tribunale civile. Nato a Pernumia, ora residente a Rubano, è il quinto di nove fratelli. Laureato in legge e teologia, il 24 marzo del 1990 è diventato vescovo della diocesi di Chioggia, mentre il 31 maggio del 1997 è stato nominato vescovo della diocesi di Vittorio Veneto fino al 3 dicembre del 2003 quando si è ritirato per raggiunti limiti di età.

Tutto è iniziato nel 1991 quando i due figli di una cugina del monsignore hanno iniziato a darsi battaglia per contendersi l’eredità di una casa.  Gli anni sono passati e i due parenti alla lontana del vescovo emerito sono finiti davanti a un giudice del tribunale civile. Alfredo Magarotto è stato chiamato a testimoniare e in quell’occasione ha affermato che la cugina aveva concluso la compravendita dell’abitazione senza ricevere il pagamento del prezzo. E questa sua dichiarazione è stata fondamentale, perchè il giudice ha dato ragione al fratello querelante. Motivo, non trattandosi più di una vendita (la simulazione era stata messa in atto il 24 gennaio del 1991 davanti a un notaio di Padova) ma di una donazione, entrambi i figli avevano diritto a spartirsi una eguale fetta dell’eredità. La sentenza è arrivata il 30 settembre del 2016.
IL PENTIMENTO

Ma il vescovo, con il passare dei mesi, si è pentito di quanto aveva testimoniato davanti al giudice. L’avere favorito un figlio della cugina al posto di un altro, gli ha turbato l’anima. E da cristiano e uomo di Chiesa non poteva continuare a vivere con quel fardello nel cuore. Così il 9 febbraio del 2017 ha depositato una lettere in tribunale, dove ha ritrattato la precedente versione dicendo di non essere mai venuto a conoscenza della compravendita dell’immobile senza il pagamento del prezzo, perchè all’epoca dei fatti non frequentava la cugina. Il giudice del tribunale civile, non ha potuto fare altro che inoltrare lo scritto in Procura dove è stato aperta un’indagine per il reato di falsa testimonianza. Monsignor Magarotto, difeso dall’avvocato Roberto Turolla, si è così trovato alla sbarra e nei giorni scorsi è stato condannato a un anno e quattro mesi. Ora il processo civile dovrà essere ripetuto, parte civile era uno dei due fratelli di Bovolenta di 58 anni difeso dal legale Alessandro Baldina. 
Marco Aldighieri Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino