Alberto Vazzoler arrestato di nuovo: stava cercando di far sparire 2,4 milioni di euro Video

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PADOVA - Alberto Vazzoler arrestato di nuovo: stava tentando di far sparire due milioni e mezzo di euro trasferendoli da un conto corrente intestato a una società immobiliare a lui riconducibile verso una società di Londra.


Nella giornata di ieri, 15 novembre, militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Padova hanno eseguito una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Alberto Vazzoler, di 60 anni, già colpito da un’analoga misura restrittiva a maggio del 2018, in quanto ritenuto a capo di una organizzazione per delinquere di natura transnazionale dedita al riciclaggio, fatti per i quali egli è attualmente a giudizio dinnanzi al Tribunale di Padova.

La nuova misura personale, che costituisce un aggravamento rispetto all’obbligo di dimora presso il luogo di residenza a cui era sottoposto, è stata richiesta dal Pubblico Ministero e disposta dal Tribunale di Padova a seguito dell’avvenuta scoperta da parte della Guardia di Finanza che Vazzoler stava tentando di spostare, da un conto corrente intestato a una società immobiliare a lui riconducibile, 2,49 milioni di euro verso una società di Londra.

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Le anomale circostanze dell’operazione finanziaria che Vazzoler voleva realizzare, unite al fatto che la pubblica accusa durante il dibattimento aveva avanzato una richiesta di sequestro preventivo per un importo di quasi 6 milioni di euro, hanno portato all’adozione da parte del Tribunale di un provvedimento restrittivo personale nei confronti dell’imputato e di un sequestro preventivo delle liquidità che dovevano essere trasferite in Inghilterra. L’indagine aveva già portato all’esecuzione, nel mese di maggio dello scorso anno, di sei ordinanze di custodia cautelare in carcere, al sequestro per equivalente di circa 2,3 milioni di euro quali proventi delle attività delittuose compiute dall’organizzazione, nonché a un’ulteriore misura cautelare reale (sequestro ai fini della confisca per sproporzione) ai sensi dell’art. 240 bis c.p. nei confronti del soggetto italiano formalmente residente nel Principato di Monaco. Tra i beni sequestrati, risaltano due appartamenti di pregio (uno a Jesolo e uno in Piazza dei Frutti a Padova) e due vetture di lusso con targa monegasca.


Le successive attività di ricostruzione del volume d’affari dell’organizzazione aveva quantificato in 117 milioni di euro i flussi finanziari complessivamente riciclati, a fronte dei quali i sodali trattenevano una percentuale dal 5 al 10% dell’importo messo a disposizione dei clienti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino