Il telefono che squilla. La voce posata dall’altro capo della cornetta, accompagnata dall’eloquio fluido di chi è padrone della materia. Difficile dubitare...
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RIAVVOLGIAMO IL NASTRO
L’episodio risale ai giorni scorsi in una delle parrocchie dell’Agordino. A cadere nella trappola del truffatore senza scrupoli un religioso, convinto telefonicamente da un finto notaio. Dopo quella telefonata il parroco realizza che è una grande opportunità. L’occasione per permettere alla parrocchia di tirare un po’ il fiato. Di mettere in campo qualche progetto per aiutare i più deboli. Insomma, ci sono tutti gli elementi per pensare che possa essere una buona occasione. Dopo essere andato alle poste, ed avere effettuato una ricarica da 450 euro ad una carta di credito ricaricabile, il parroco prova a chiamare il notaio ma è in quel momento che scopre che è stata tutta una truffa. A quel punto non c’è altra possibilità che chiedere aiuto ai carabinieri.
LA PRIMA COSA GIUSTA
Chiamare i carabinieri si rivela ben presto la prima cosa giusta in una vicenda nata male. I carabinieri si mettono al lavoro. Ricostruiscono i contatti telefonici, si mettono al lavoro anche per identificare chi abbia in mano quella carta ricaricabile. Non è un lavoro semplice ma nel giro di poco riescono a chiarire il contesto. A capire chi sia stato a orchestrare il raggiro. A finire nei guai un 35enne bolognese. V.A. le iniziali dell’uomo che dovrà rispondere dell’accusa di truffa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino