Aggressioni al personale dell'ospedale, scatta l'operazione sicurezza: la questura potenzia il posto di polizia a Rovigo

La sala d'attesa del Pronto soccorso dell'ospedale di Rovigo
ROVIGO - Scatta l’operazione “ospedali sicuri”, con la polizia che aumenta la propria sorveglianza a Rovigo e Adria. A pochi giorni dalla seconda Giornata...

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ROVIGO - Scatta l’operazioneospedali sicuri”, con la polizia che aumenta la propria sorveglianza a Rovigo e Adria. A pochi giorni dalla seconda Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, introdotta per la prima volta lo scorso anno dal ministero della Salute per il 12 marzo, già da questa settimana è stato previsto il potenziamento del Posto di polizia dell’ospedale di Rovigo. L’operatore della Polizia di Stato già prestava servizio nell’orario mattutino, ora sarà affiancato da un altro operatore in modo da prevedere l’apertura e l’operatività del presidio di polizia nella fascia oraria compresa dalle 8 alle 20. Inoltre sono state avviate le procedure per riaprire il presidio di polizia, chiuso ormai da diversi anni, all’interno dell’ospedale di Adria.


La stretta contro le aggressioni

La decisione del questore Giovanni Battista Scali è stata presa in ossequio alle direttive nazionali preannunciate dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che già il mese scorso aveva parlato di una “stretta” per contrastare soprattutto gli episodi di aggressioni nei confronti del personale sanitario. Episodi che sono purtroppo accaduti con frequenza anche in Polesine. Fra i più gravi, negli ultimi tempi, quello della notte fra il 22 e il 23 febbraio di un anno fa, quando un paziente ha dato in escandescenze dopo aver chiesto una sigaretta e non averla ottenuta: si è sfilato la cintura dai pantaloni e ha iniziato a rotearla minacciosamente, prima prendendosela col familiare di un paziente, poi scagliandosi contro un infermiere al quale ha spaccato gli occhiali con un pugno nel viso, poi anche contro l’autista di un’ambulanza appena sopraggiunta. La sua furia è stata arginata a fatica nonostante la presenza della guardia giurata del servizio di vigilanza in Pronto soccorso voluto dalla direzione generale. A giugno 2021, invece, a dover essere soccorso era stato un infermiere soccorritore, barbaramente aggredito da un uomo che aveva accompagnato al pronto soccorso di Porto Viro la propria compagna e che si era spazientito per l’attesa a suo dire troppo lunga, arrivando a mulinare calci, schiaffi e pugni all’indirizzo dell’operatore sanitario, che aveva rimediato una prognosi di venti giorni. Sempre a giugno 2021, un 55enne molesto ha seminato scompiglio al Pronto soccorso di Rovigo, sbraitando e spintonando chi tentasse di avvicinarlo, rendendo necessario l’intervento della polizia. Ancora più grave, nell’ottobre 2020, quando un paziente, arrivato al Pronto soccorso di Rovigo dopo un incidente stradale, durante gli accertamenti in Radiologia si è scagliato contro medico, infermiere e Oss, offendendoli, rivolgendo minacce di morte, aggredendoli fisicamente e arrivando anche a contaminarli volontariamente con il proprio sangue. Nel 2018 erano stati ben tre gli episodi gravi, due al San Luca di Trecenta e uno a Rovigo.
 

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Il Gazzettino