Troppe aggressioni ai medici, l'Azienda sanitaria cerca un manager anti-crimine: ecco cosa potrà fare

 Sarà un manager, ben pagato. Ma visti i fatti denunciati non più tardi di qualche settimana fa in tanti presidi sanitari della nostra regione, quei soldi...

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 Sarà un manager, ben pagato. Ma visti i fatti denunciati non più tardi di qualche settimana fa in tanti presidi sanitari della nostra regione, quei soldi saranno più che giustificati. Un uomo solo, che dovrà gestire una partita complessa, cioè quella della sicurezza di medici, infermieri e operatori socio-sanitari negli ospedali e nei Pronto soccorso. Curerà tutto, dai corsi di formazione al posizionamento delle telecamere. Con un obiettivo: basta aggressioni da parte dei pazienti, il personale sanitario dovrà lavorare in sicurezza. L’idea è nata in seno all’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale ed è stata messa nero su bianco in un avviso di ricerca personale. 


I DETTAGLI


L’AsFo cerca un «esperto per l’individuazione di misure di sicurezza anticrimine per prevenire aggressioni agli operatori nei Pronto soccorsi, al Dipartimento di salute mentale e al servizio di continuità assistenziale (guardia medica)». L’incarico, si apprende, avrà una durata di quattro mesi. In quel lasso di tempo il manager sarà chiamato a tracciare una strada per rendere più sicuri i presidi sanitari del territorio. Sì, perché le misure che individuerà il professionista dovranno valere non solo per l’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone, ma anche per gli altri siti sanitari, come ad esempio i poli di Spilimbergo e di San Vito al Tagliamento. La spesa complessiva per quattro mesi di impegno del manager anti-violenza ammonta a 10mila euro. 


I COMPITI


Cosa dovrà garantire, nel dettaglio, l’esperto che l’AsFo vuole individuare? I compiti sono molteplici e variegati, tutti accomunati dall’obiettivo finale che è quello di proteggere gli operatori sanitari. 


Si parte dallo sviluppo di un’analisi di rischio e una proposta di misure correttive, indicando le caratteristiche degli impianti di videosorveglianza in conformità al regolamento generale europeo per la protezione dei dati. Quindi dispositivi come teleallarme, diffusione sonora. Il tutto da “spalmare” nelle aree più a rischio del comparto sanitario: dai Pronto soccorso ai dipartimenti di salute mentale del territorio, passando dai presidi di guardia medica. Al manager sarà poi chiesto di elaborare un manuale delle procedure di sicurezza anticrimine aggiornate ed eventualmente da utilizzare nelle sale operative dei presidi ospedalieri di Pordenone, San Vito al Tagliamento e Spilimbergo. Infine la Somministrazione di un corso di formazione di almeno quattro ore per il personale operante nelle sale d’attesa e dei triage dei Pronto soccorso, con fornitura di un appropriato manuale operativo, al fine di individuare tempestivamente potenziali situazioni di rischio e mitigare le conseguenze di possibili aggressioni. Il professionista dovrà effettuare un sopralluogo in tutti i siti per i quali è richiesta la valutazione dei rischi e la messa sotto controllo dei rischi stessi, afferenti in particolare ai rischi di natura criminosa. E poi elaborare documenti di supporto, utilizzabili dalla per l’acquisto e la installazione di apparati necessari per mettere sotto controllo il rischio criminoso.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino