Si lancia sotto un'auto in centro per intascare l'assicurazione

Piazza Cavour, dove è avvenuto il fatto
ADRIA - La truffa dei falsi incidenti è diventata quasi un classico dei tribunali italiani. Ora sembra di moda anche ad Adria. Spinto forse dalla disperazione, ha...

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ADRIA - La truffa dei falsi incidenti è diventata quasi un classico dei tribunali italiani. Ora sembra di moda anche ad Adria. Spinto forse dalla disperazione, ha provato a farsi investire da un’auto per incassare un risarcimento assicurativo o farsi consegnare denaro dal guidatore al fine di mettere a tacere la cosa. Gli è andata male, però, dal momento che si è fratturato un piede ed è stato sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio. 

L’EPISODIO
Scene di ordinaria follia, dunque, in pieno centro città la settimana scorsa, nella notte tra domenica e lunedì, anche se la notizia è trapelata solo ora. Teatro di quello può essere definito un goffo tentativo di truffa, un quarantenne adriese che aveva alzato troppo il gomito. Il fatto si è verificato verso le quattro del mattino in piazza Cavour. L’uomo in questione, attirato dalla prospettiva di raggranellare un gruzzoletto di soldi in maniera veloce, ha deciso di testare un metodo innovativo per chiedere un risarcimento all’assicurazione, ovvero quello di correre in mezzo alla strada e schiantarsi sulle fiancate delle macchine di passaggio, nella speranza che qualcuno si fermasse per prestargli soccorso.
IL TENTATIVO
Secondo le testimonianze, era tutta la sera che il quarantenne manifestava tali propositi per racimolare facilmente denaro e avrebbe preso di mira un avventore di un locale pubblico, punzecchiando e istigandolo. Costui, un trentenne locale, ha sempre respinto le provocazioni, anche quando l’uomo lo avrebbe minacciato con un oggetto appuntito. Quando poi il trentenne è salito in auto per allontanarsi stanco delle continue provocazioni, il quarantenne ha messo in atto il suo piano di farsi investire, parandosi di fronte alla vettura che stava facendo manovra. Nonostante l’automobile abbia rallentato fino a fermarsi, l’uomo non si è perso d’animo e si è letteralmente spalmato sul cofano della vettura dopo averla caricata a testa bassa.
La scena non è stata esattamente come desiderava il 40enne e il teatrino non ha funzionato. È stato investito dalla ruota posteriore dell’auto e ha riportato fratture a un piede. Sul posto personale medico e carabinieri. Niente soldi dell’assicurazione per lui, ma un trattamento sanitario obbligatorio e il rischio di una denuncia.
TRUFFA STORICA

Questo tipo di raggiro messo a segno contro ignari automobilisti, dove il truffatore va a scontrarsi deliberatamente contro il veicolo per poi chiedere del denaro come risarcimento, è nato in Cina e viene chiamato “peng ci’er”. Per evitare noie con le autorità o con le finte vittime, i conducenti preferiscono pagare o addirittura non fermarsi a prestare soccorso nei casi di veri incidenti stradali. Il raggiro, letteralmente “urtare la porcellana”, risale all’epoca della dinastia Qing al potere fino al 1912. In passato il truffatore, di solito un negoziante disonesto o un finto benestante, collocava imitazioni di porcellane pregiate in un luogo dove potessero essere facilmente urtate da un ignaro cliente per poi chiedere al malcapitato il risarcimento per l’oggetto rotto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino