ROVIGO - Un telefono contro i ladri. Adria si organizza per prevenire i furti e cercare, eventualmente, di mettere i bastoni tra le ruote ai malviventi. Ormai è...
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OMERTÀ DA COMBATTERE
A istituzioni e forze dell’ordine si chiede un passo in più: «Un piano per far fronte a quest’emergenza che sta mandando in fumo i nostri sacrifici, specie in un momento così delicato per l’economia come quello che stiamo attraversando». La psicosi aumenta con le segnalazioni riguardo autori dei furti e “sospetti”: non solo stranieri, ma anche “locali”. Le precauzioni adottate e il pattugliamento delle forze dell’Ordine non sempre sono sufficienti, per questo c’è chi ha deciso di creare un gruppo whatsapp per raccogliere le segnalazioni in caso di furti subiti, presenza di individui sospetti o di strane attività segnalando situazioni sospette e motivi di allarme.
Una iniziativa simile era stata promossa tempo fa a Pettorazza Grimani dopo che in paese era stata rubata una auto posteggiata all’interno di un cortile. I ladri erano dapprima entrati in una abitazione e qui, rovistando avevano trovato le chiavi della vettura con la quale erano fuggiti. Il gruppo è stato chiamato “Pettorazza Sicura”.
La prima però a muoversi era stata la comunità di Bottrighe. Ancora cinque anni fa Alberto Bergo, esponente della lista civica “Ora Cambia”, in sinergia con l’ex capitano dei carabinieri Davide Onofrio Papasodaro aveva creato un numero di telefono dedicato, operativo 24 ore su 24, cui segnalare eventuali furti, tentativi di effrazione, presenze sospette e situazioni anomale che verificavano in paese e di cui i cittadini fossero venuti a conoscenza. Bergo si era fatto portavoce delle segnalazioni dei suoi concittadini con le Forze di Polizia. L’idea era nata a primavera 2014 quando il paese rivierasco era finito nel mirino dei ladri. Diverse riunioni a quell’epoca si erano svolte a Bottrighe alla presenza anche dei massimi esponenti delle Forze dell’ordine tanto che già allora erano state ideate alcune iniziative, tra cui quella delle cosiddette pseudo ronde, ovvero degli “angeli custodi” che avrebbero dovuto vigilare sull’incolumità delle famiglie. Bottrighe, infatti, era pronta a formare un gruppo di cittadini, su base volontaria, disposti a controllare il territorio, passeggiando a piedi, in bicicletta, in motorino o in auto e pronti a segnalare, immediatamente, armati di un telefonino, alle Forze dell’ordine eventuali situazioni anomale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino