Bambino annegò nel canale, dopo 10 anni la sentenza: zero colpevoli

Il sindaco Dal Zilio, ora assolto, e il muretto della tragedia sul canale
VEDELAGO - Dopo dieci anni dai fatti, è stato stabilito che non c'è nessun colpevole per la morte di Adenane Adekessi. Il Tribunale di Treviso ha infatti assolto i tre...

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VEDELAGO - Dopo dieci anni dai fatti, è stato stabilito che non c'è nessun colpevole per la morte di Adenane Adekessi. Il Tribunale di Treviso ha infatti assolto i tre imputati finiti a giudizio per rispondere del reato di omicidio colposo: si tratta di Mauro Dal Zilio, attuale sindaco di Quinto e coordinatore per la sicurezza dei lavori nel cantiere dove si è verificato l'incidente, dell'ex primo cittadino di Morgano Giuliano Pavanetto, direttore e responsabile dei lavori, e di Domenico Telve, residente a Camposampiero, legale rappresentante della Cestes, la società che doveva realizzare la pista ciclabile che collega Quinto di Treviso a Vedelago.


Il pm, analizzate le fonti di prova, aveva chiesto una condanna a due anni e sei mesi di reclusione per tutti gli imputati, difesi in aula dagli avvocati Christian Menegon e Sebastiano Sartoretto. La drammatica vicenda ha visto come sfortunato protagonista un bambino di appena tre anni, originario del Togo. Il primo maggio del 2005 il piccolo stava giocando dietro casa, a Cavasagra di Vedelago, dove si stavano svolgendo dei lavori per la realizzazione di una pista ciclabile. Adenane Adekessi, sporgendosi da un muretto, è caduto accidentalmente nel canale irriguo che scorreva proprio a ridosso del giardino dell'abitazione.

Il padre Jerry, accortosi di quanto stava accadendo, ha salvato per un pelo il figlio dall'annegamento ma l'anossia protratta ha causato seri danni al piccolo il quale, dopo quattro anni di agonia passati tra ricoveri e tentativi di riabilitazione, è deceduto il 10 aprile 2009. Nel frattempo era partito il procedimento penale per lesioni colpose, reato che poi si è aggravato in omicidio colposo.

Secondo l'accusa alla base della morte del piccolo ci sarebbe stata una serie di negligenze da parte di chi doveva realizzare l'opera: per la Procura era in ritardo con i lavori iniziati nel giugno del 2004 e ancora in corso nel maggio del 2005 (nonostante i ripetuti solleciti del committente), e non aveva sostituito la recinzione rimossa che proteggeva il canale irriguo dall'abitazione dove il piccolo viveva con i genitori. Dopo anni di udienze, con tanto di rinvio degli atti al pm per aggravare il capo d'imputazione, il giudice aveva accolto la richiesta della difesa di effettuare una perizia per stabilire il nesso di causa tra l'incidente e la morte del piccolo.


A distanza di dieci anni dai fatti (e dopo che i genitori sono stati integralmente risarciti tanto che non si sono costituiti parte civile a processo), il giudice Leonardo Bianco ha pronunciato una sentenza di assoluzione nei confronti degli imputati. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino