TRIESTE - Dopo aver fermato un ragazzo nordafricano accusato di aver accoltellato sabato 12 ottobre un 17enne sulla Scala dei Giganti, che poi aveva chiesto aiuto all'interno...
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Il kosovaro, diversamente da quanto dallo stesso dichiarato e – soprattutto – da quanto affermato dal minore – è intervenuto attivamente nella lite innescata assieme all’amico minorenne sferrando i fendenti al giovane di Cervignano. Dopo l’accoltellamento i due si sono dati alla fuga mentre il nord africano ha fatto perdere le proprie tracce: il kosovaro si è cambiato gli abiti imbrattati di sangue, per poi fare ritorno in piazza Goldoni, dove era stato fermato ed identificato. La Polizia ritiene che il diciottenne abbia indotto, quindi, l’amico minorenne ad addossarsi la responsabilità dell’accoltellamento in ragione dei vantaggi giudiziari di cui quest’ultimo avrebbe potuto godere. Tuttavia, le dichiarazioni contrastanti rese sia dal minore che dallo stesso kosovaro, la visione delle telecamere della zona, le testimonianze raccolte e gli esiti di ulteriori attività investigative, hanno consentito di accertare sia il "patto" stretto tra i due, sia la materiale responsabilità del diciottenne nell’accoltellamento.
È, inoltre, emerso come la settimana precedente si sia verificato un episodio analogo: due giovani, transitando lungo la Scala dei Giganti, si sono visti all’improvviso piombare addosso il minore nordafricano assieme ad un altro giovane straniero che sotto la minaccia di un coltello, gli ha intimato di non passare più per quei luoghi; il fatto non era stato denunciato per timore di eventuali ritorsioni. I due indagati fanno parte di un gruppo più ampio di giovani, kosovari e nord africani: alcuni di essi sono riconoscibili da un tatuaggio sul collo raffigurante un kalashnikov ed il numero 5.07. Tale numero simboleggia la data 5.07.1990, ossia il giorno in cui la Repubblica del Kosovo dichiarò la sua indipendenza dalla Repubblica di Serbia. I componenti del gruppo avrebbero individuato nella Scala dei Giganti il “loro territorio” sul quale esigere il riconoscimento delle loro prerogative da parte di quanti transitino, con intimidazioni e minacce.
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Il Gazzettino