NEW YORK - L’amministrazione Trump ha deciso di posticipare la decisione di considerare l’importazione in Usa di auto e componentistica per le quattro ruote una...
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Il fronte che ha avuto la meglio è quello composto dalle «colombe» come il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, il consigliere economico Larry Kudlow e il rappresentante commerciale americano Robert Lighthizer. Secondo loro, imporre dazi sulle auto straniere farebbe venire meno il fronte unito che Washington punta a costruire con gli alleati tradizionali per isolare economicamente la Cina. Anche se i temuti dazi del 25% sulle auto straniere sono per ora accantonati, il tema probabilmente emergerà oggi nell’incontro previsto a Washington tra Lighthizer e la commissaria Ue al Commercio, Cecilia Malmstrom. Esso serve per spianare la strada a negoziati che entreranno nel vivo all’inizio del 2019 dopo la tregua commerciale raggiunta lo scorso luglio tra Trump e il presidente della commissione Ue, Jean-Claude Juncker.
Lo scorso anno gli Usa hanno importato 8,27 milioni di vetture aventi un valore di 191,7 miliardi di dollari. Germania, Giappone, Regno Unito e Italia sarebbero le principali vittime di ipotetici dazi sulle quattro ruote. Canada e Messico sono i principali esportatori di auto e veicoli leggeri in Usa ma in base allo Usmca (il nuovo accordo commerciale pensato per sostituire il vecchio Nafta), Ottawa e Città del Messico verranno esonerati da quel tipo di dazi. Intanto i titoli di produttori di auto festeggiano il venire meno dello spettro di quelle tariffe doganali. A Wall Street, non è un caso che sia l’italo-americana Fca (+2,4% nel pre-mercato) a correre più dei rivali statunitensi Ford Motor (+0,4%) e General Motors (+0,2%). Anche questi ultimi tuttavia potrebbero subire ritorsioni nel caso i dazi sulle auto straniere fossero adottati da Trump. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino