GINEVRA - Con la nuova Huayra Roadster, vettura dagli elevatissimi contenuti tecnologici in premiere al prossimo Salone di Ginevra (9-19 marzo), la Pagani Automobili alza...
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L’auto dispone a bordo di capote di emergenza in tessuto e viene fornita con un tetto rigido in carbonio e vetro che può essere lasciato in garage durante la bella stagione, per poi essere montato per trasformarla in coupé quando il clima sconsiglia di girare «en plein air». Realizzare una roadster leggera è l’obiettivo di tutti i costruttori di vetture sportive che si cimentano nell’impresa ma riuscire a produrre una 12 cilindri che nella variante senza tetto sia più leggera della Coupé da cui deriva addirittura di 80 kg fa scalpore. Il risultato, appena 1.280 kg sulla bilancia, è stato ottenuto riprogettando la vettura e utilizzando il carbotitanio, che è più leggero e resistente alla torsione della fibra di carbonio, abbinato al Carbo-Triax HP52. Una soluzione che, chiariscono dalla Pagani, ha permesso a parità di peso di guadagnare il 52% di rigidezza rispetto alla tecnica costruttiva impiegata sulla Huayra «standard».
Le performance della vettura non possono che essere eccezionali come si attendono gli appassionati della casa modenese ma per conoscere i dati ufficiali bisognerà attendere ancora qualche giorno, sino al «reveal» ufficiale programmato il 7 marzo nel corso della prima giornata riservata alla stampa della rassegna motoristica elvetica. Sul nuovo progetto Horacio Pagani, fondatore, numero 1 e designer dell’azienda emiliana, chiarisce: «L’italia è un paese meraviglioso. Con la Huayra Roadster mi sono immaginato la compagna perfetta per percorrere questo museo a cielo aperto. Tutto doveva essere unico, cioè come una macchina ricavata da un blocco di marmo di Carrara».
A guidare lo studio, svela sempre Pagani è stata «la ricerca della bellezza come concetto fondamentale, un’opera d’arte spensierata, intelligente e in topless. Pensiamo a Huayra Coupé, alla sua linea elegante e senza tempo, Huayra Roadster doveva esserne la sorella ribelle, formosa e bellissima ma con quel tocco di malizia tipico di chi è spensierato. Ci siamo fissati da subito dei traguardi ambiziosi. Il primo, dal punto di vista tecnico era quello di fare una roadster più leggera del coupé, che al tempo era già la hypercar più leggera sul mercato. Intraprendere questa impresa per fare solo poco più di 100 macchine è uno sforzo impressionante per una compagnia come la nostra, dal punto di vista tecnico, umano ed economico. Noi ci auguriamo che tutto questo sforzo durato 6 anni possa arrivare a toccarvi, a livello razionale ed emozionale».
Il Gazzettino