Opel, scatto d’orgoglio: PSA gli affida l’hi-tech

L'interno del centro tecnologico di Opel A Russelsheim
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RUSSELSHEIM - Macron-Merkel. Ma non solo. L’alleanza franco-tedesca che domina la scena europea ha un riflesso anche in campo automobilistico. La svolta a marzo del 2017, quando gli americani di GM hanno abbandonato l’Europa cedendo il marchio tedesco Opel ai francesi di PSA. Da allora è nato, alle spalle di Volkswagen, il secondo gruppo automobilistico europeo: un colosso con ambizioni di crescita anche fuori dai confini del Vecchio Continente. Particolarità di questa alleanza è che alla guida del gruppo non ci siano i tedeschi, ma i francesi, i quali, in buona sostanza, hanno compiuto un’operazione di salvataggio. La circostanza ha generato qualche dubbio sul ruolo della componente germanica nell’alleanza, ma le strategie e i piani di ricerca e sviluppo concordati e in buona parte già avviati a Russelsheim, sede storica di Opel, fugano molti dubbi sul presunto ruolo subalterno dei tedeschi.


I chiarimenti li ha forniti Michael Loscheller, Ceo del Centro Tecnico che sorge alle porte di Francoforte, nel corso di un “Opel Tech Day”, giornata dedicata ai valori che la componente tedesca porta orgogliosamente nell’alleanza. «Diventeremo una marca elettrica, globale e capace di produrre utili, il 2% entro il 2020, il 6% entro il 2026» è stato detto, specificando che «l’integrazione con PSA si svilupperà sfruttando al meglio le sinergie, razionalizzando la distribuzione dei compiti, valorizzando le specifiche competenze». «Tutto ciò – ha tenuto a sottolineare Mark Adams, capo dello stile di Russelsheim – senza incidere sul carattere del marchio. Una Opel sarà sempre una Opel».

Ai tedeschi è stata affidata la responsabilità globale dello sviluppo della prossima generazione di motori benzina ad elevata efficienza per tutti i marchi del gruppo (Peugeot, Citroën, DS, Opel e Vauxhall). Particolare importante: i nuovi 4 cilindri costituiranno la base dei veicoli ibridi.
Più in dettaglio: nel 2021 il 50% della gamma di PSA Groupe avrà una versione elettrica (BEV o PHEV); nel 2023 si raggiungerà l’80% e nel 2025 il 100%. L’introduzione di modelli mild hybrid inizierà nel 2022. Inoltre a Rüsselsheim si sta già lavorando sulle celle a combustibile per veicoli elettrici alimentati a idrogeno che dovranno avere autonomia di 500 km e ricaricarsi in tre minuti.


Già nel 2020 dovrebbero essere sul mercato 4 elettriche, incluse Ampera-e e Grandland X ibrida plug-in. E non mancherà, entro il 2021, una Corsa a emissioni zero. Ovviamente verrà implementata la condivisione delle piattaforme francesi CMP e EMP2 per le compatte e le medie. Dai due pianali nasceranno 26 modelli, un progresso enorme rispetto a 9 per 13 modelli, com’era al tempo della GM. «In tal modo – afferma Lohscheller - risparmieremo tra il 20 e il 50% dei costi di sviluppo di ogni modello Opel/Vauxhall». In totale ai tedeschi restano affidati 15 centri di competenza, compresi quelli per l’idrogeno e per i motori a gas (Gpl e metano). Importante anche la progettazione dei cambi manuali, dei fari e dei sedili, da anni certificati da Agr, ente indipendente tedesco nel quale operano medici, esperti di ergonomia e posturologia. A Russelsheim, infine, è stato affidato lo sviluppo dei veicoli commerciali leggeri per l’intero gruppo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino