Calendario 2023: sempre meno GP in Europa, a rischio Francia, Belgio e Monaco, resiste l'Italia con Monza e Imola

Max Verstappen
C'era un tempo in cui i Gran Premi di Formula 1 si disputavano per lo più in Europa. Rare le trasferte in altri continenti: si andava per lo più in USA, con vari...

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C'era un tempo in cui i Gran Premi di Formula 1 si disputavano per lo più in Europa. Rare le trasferte in altri continenti: si andava per lo più in USA, con vari tentativi su tracciati cittadini dopo la cancellazione dal calendario del pericoloso Watkins Glen, nel Sud America con trasferte in Brasile e Argentina, poi successivamente in Giappone. Ma negli ultimi anni, con un calendario che aumenta sempre più gli appuntamenti, l'Europa conta sempre meno. E questo nonostante i dieci team presenti abbiano le sedi tra Gran Bretagna, Svizzera e Italia. Giusto rendere la F1 sempre più un evento globale, ma attenzione a non vendersi l'anima... Fa un certo effetto pensare che nel 2023 solo un terzo dei Gran Premi si terranno in Europa, con 8 gare sulle 23 o 24 totali immaginate da Liberty Media. Questo è il quadro emerso dopo la bozza di calendario mostrata ai team durante il weekend di Montreal.



Sei circuiti europei hanno già il posto garantito per il 2023: ci sono Monza ed Imola (di questi tempi, che l'Italia vanti addirittura due tappe è un vero privilegio), poi Montmelò/Barcellona, Silverstone, Budapest e Zandvoort. La firma per continuare in Austria a Spielberg, sul tracciato di proprietà Red Bull, è considerata formalità, e allora resterebbe un solo posto in ballo fra Monaco, Belgio e Francia. C'è infatti da fare spazio alla novità Las Vegas, al Qatar, al ritorno in Cina, COVID-19 permettendo, e a quello in Sudafrica a Kyalami, dove il presidente Stefano Domenicali si è già recato in visita e la chiusura del contratto viene data per certa. Se non da subito, dal 2024.

Il futuro di Montecarlo forse mai è stato in bilico come in tempi recenti, ma tutto dovrebbe risolversi con gli organizzatori convinti a cedere parte dell'indipendenza di cui hanno sempre goduto. Questo significherebbe ad esempio lasciare alla F1 la gestione della produzione TV e degli sponsor, ovviamente versare una tassa di iscrizione più allineata agli altri Gran Premi, e magari persino accettare un cambio di data, rispetto a quella tradizionale di maggio. Lo slot in gioco sarebbe così assegnato. L'abbandono di Spa dopo il 2022 suona come un sacrilegio, ma molto probabile, nonostante negli ultimi mesi il tracciato sia stato oggetto di investimenti per migliorare sicurezza e infrastrutture. In questo secolo è già capitato di non correre fra le Ardenne, nel 2003 e nel 2006, ma si trattava di situazioni provvisorie. Questa volta appare tutto più complicato, di fronte alle pretese al rialzo di Liberty Media, non solo economiche. Dall'altro lato, il Gran Premio di Francia è stato ricreato nel 2018 a Le Castellet, che si è rivelata però meta poco gradita e ormai destinata al taglio.


Ma a rimescolare le carte ci ha pensato lo stesso Domenicali, che in una intervista al quotidiano L'Equipe ha parlato di un possibile circuito cittadino a Nizza, dove trasferire la corsa transalpina: "Magari non lo sapete ma c'è un progetto incredibile, valuteremo i dettagli e lo studieremo con attenzione. Questo dimostra che altre destinazioni nel Paese sono interessate ad avere la F1". C'è già una petizione locale per bloccare sul nascere l'iniziativa, per timori sull'impatto ambientale e perché si utilizzerebbe denaro pubblico, ma Liberty Media ora ha un jolly dal doppio scopo: mantenere una presenza in Francia, se le condizioni saranno ritenute soddisfacenti, e intanto mettere ulteriore pressione ai promoter monegaschi, con una alternativa ad appena 20 chilometri di distanza. Il compromesso sarebbe la rotazione annuale di alcune trasferte, su tutte proprio tra Francia e Belgio: "Ci stiamo lavorando, non solo per l'Europa ma anche per altre nazioni", ha confermato Domenicali. A fine luglio è attesa la pubblicazione del prossimo calendario, e tutto sarà più chiaro. Purtroppo, la riduzione delle gare nella culla della F1 sembra comunque una tendenza irreversibile. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino