Caro direttore, è davvero sensazionale quello che accade alla valutazione delle grandi opere, della TAV in particolare. Si legge che la commissione incaricata a...
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è davvero sensazionale quello che accade alla valutazione delle grandi opere, della TAV in particolare. Si legge che la commissione incaricata a valutare costi e benefici è composta da soggetti orientati in massima parte per il no-tav. In primis il presidente Mario Conti. Non ci vuole tanto per comprendere che ogni valutazione, non solo quella scolastica, è soggettiva, anche se necessaria. Valutare significa prendere in considerazione degli indicatori, dei particolari aspetti, e su questi esprimere un giudizio. Se per i costi delle grandi opere si può applicare un metodo matematico, considerare i prezzi ed arrivare ad un risultato attendibile, per i benefici è tutto diverso. Si è obbligati a fare delle previsioni, dove le aspettative e la stessa collocazione politica giocano un ruolo determinante. Nemmeno l'economista, o esperto, più agguerrito, è in grado di fare delle previsioni. Solo il vicepresidente Di Maio fa eccezione con il prossimo boom economico annunciato in questi giorni. Quale attendibilità assegnare alla commissione TAV è veramente un'impresa improba, come il gioco alla lotteria. Al contrario si tratta di essere fedeli, a tutti i costi, alle promesse elettorali.
Luigi Floriani
Conegliano
Caro lettore, l'analisi costi-benefici delle opere pubbliche è uno stratagemma inserito nel contratto di governo per prendere tempo e garantire una via d'uscita a chi in campagna elettorale aveva raccolto voti dichiarandosi contrario a tutte o quasi le grandi infrastrutture in costruzione in Italia: dalla Tap alla Tav, dalla Pedemontana al Brennero.
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Il Gazzettino