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qualunque spettatore, di fronte allo spettacolo offerto quotidianamente dei nostri leader politici, avrebbe l'impressione di trovarsi di fronte ad un film che non ha una fine, ad un'opera scritta da uno sceneggiatore che non ama gli epiloghi e non sa scrivere the end. Forse c'è un genere teatrale che meglio di ogni altro descrive la rappresentazione recitata attualmente sul palcoscenico politico-parlamentare italiano: quello della commedia dell'arte. Un copione recitato a braccio, sulla base di un canovaccio che si chiama contratto di governo, da parte di maschere che come i Brighella, i Balanzone, gli Arlecchini, si azzuffano dando l'impressione, o forse volendo dare l'impressione, che si sia giunti all'epilogo della storia, sapendo bene che la volontà vera è quella di allungare il brodo. Con il risultato di trasformare sempre più il nostro Paese nella Repubblica di Pulcinella.
Ivana Gobbo
Abano Terme
Cara lettrice,
viviamo una lunga e confusa fase di transizione politica e il governo giallo-verde, fondato su un'alleanza anomala e innaturale tra due forze politiche molto diverse e distanti tra di loro, ne è la plastica rappresentazione. Una maggioranza di governo di questo tipo e' naturalmente precaria ed esposta a tensioni quasi quotidiane, ma la sua forza è rappresentata dall'assenza di chiare alternative. Il risultato è lo spettacolo a cui assistiamo ormai da settimane: un giorno il governo sembra sul punto di crollare, il giorno dopo i rapporti tra Lega e M5s si rinsaldano, per sfilacciarsi di nuovo nelle ore successive. Fino a quando questo equilibrio precario terrà non lo sappiamo. E credo non lo sappiano neppure i protagonisti, cioè i leader dei due partiti di governo e il presidente del consiglio. Detto questo è anche bene ricordarsi che nel nostro Paese per alcuni decenni i governi duravano alcuni mesi, cadevano e poi si ricostituivano con gli stessi partiti come alleati. Insomma alla commedia dell'arte la nostra politica ci ha abituati da lungo tempo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino