Un lettore ci accusa di nascondere una notizia scomoda: peccato che sia una notizia falsa

Un lettore ci accusa di nascondere una notizia scomoda: peccato che sia una notizia falsa
Egregio direttore,  le allego copia di un comunicato stampa del 6 ottobre scorso dell'Università La Sapienza di...

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Egregio direttore, 


le allego copia di un comunicato stampa del 6 ottobre scorso dell'Università La Sapienza di Roma, dove, cito testualmente, si annunciano «agevolazioni a favore di studenti e personale della Sapienza per l'installazione di microchip corporei sensoriali per monitorare lo stato di salute individuale. La sperimentazione durerà un anno e inizierà a gennaio». E' una fake news anche questa? Non credo siate tanto ingenui da non rendervi conto che chi ha il potere a livello mondiale, in questo caso della scienza medica, operi perchè vuole tanto bene all'umanità e non invece per i propri scopi di ricchezza e di potere appunto. Evidentemente non pubblicate questo tipo di notizie perchè dovete obbedire ai vostri padroni.
Gaetano Mulè
Udine 

Caro lettore, 


nei limiti del possibile cerchiamo, innanzitutto, di obbedire alla nostra intelligenza e al nostro spirito critico. Che, in questo come in altri casi, ci suggeriscono di verificare l'attendibilità di una notizia, prima di diffonderla o di commentarla. Lo avesse fatto anche lei avrebbe scoperto che, in questo caso, siamo di fronte proprio a una fake news. Una clamorosa bufala, per dirla in italiano. Il 6 ottobre l'Università la Sapienza ha infatti diffuso un solo comunicato stampa, peraltro con la stessa impostazione grafica di quello risultato poi falso. Ma era relativo ad una convenzione teatrale, non a presunti microchip corporei. Inoltre non risulta che alcuno studente o dipendente della Sapienza abbia mai ricevuto un comunicato come quello che lei ha citato. E la ragione è semplice: perchè non è mai esistito. Non solo: non esiste nè nell'ateneo romano nè in altre università italiane nessuna sperimentazione di quel tipo che, peraltro, per essere avviata, avrebbe bisogno di essere prima vagliata non solo scientificamente, ma anche dal punto di vista della privacy. Questa bufala, come altre su materie simili, è stata creata e poi veicolata sui social da personaggi riconducibili all'area no vax e complottista. Ed è davvero sorprendente come ci siano cittadini che, senza l'esercizio di alcun dubbio, facciano proprie certe notizie e le diffondano. Accusando poi chi si permette di metterle in discussione di essere prono ai propri padroni o al soldo di qualche oscuro interesse. Accetti un consiglio: la prossima volta prima di muovere accuse, rifletta e conti fino a dieci. Forse poi si renderà conto che ad essere, consapevolmente o meno, al servizio di qualcuno non siamo noi.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino