È giusto rispettare i fedeli e la messa domenicale, ma anche i diritti di chi vuol fare una maratona

È giusto rispettare i fedeli e la messa domenicale, ma anche i diritti di chi vuol fare una maratona
Egregio direttore, «I parroci scomunicano la maratona» scriveva qualche giorno fa il Gazzettino (che - chissà perchè? - quando parla di preti e affini...

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Egregio direttore,
«I parroci scomunicano la maratona» scriveva qualche giorno fa il Gazzettino (che - chissà perchè? - quando parla di preti e affini usa sempre termini esagerati). E che cosa dovrebbe dire un prete di fronte a un così evidente disprezzo della domenica? E quella delle Palme persino!

«Difendiamo i valori cristiani!» pontificano alcuni politici: presepio, crocifisso in aula scolastica... E la santificazione della domenica non è un valore cristiano fondamentale? O basta gridare in piazza con il rosario in mano (?!) per accalappiare i voti di qualche buon cristiano? Sempre attuale la raccomandazione di papa Francesco, non solo per i giovani: «Non lasciatevi manipolare»

Natale Trevisan
Venezia


Caro lettore,

eviterei di trascinare anche questa vicenda nel tritacarne della polemica politica. Ma, ha ragione lei, quanto accaduto a Treviso merita qualche attenzione. Viviamo in una società complessa e liquida dove ciascuno rivendica, a torto o a ragione, le proprie prerogative e i propri diritti. I sacerdoti che si sono inalberati perchè la maratona di Treviso rendeva problematica la partecipazione dei fedeli all'Eucarestia della domenica delle Palme, hanno cercato di difendere il loro operato di pastori e i valori cristiani. Hanno alzato la voce perchè si sentono ignorati o poco ascoltati. E' un atteggiamento comprensibile. Ma forse occorre considerare le cose anche da altri punti di vista. Probabilmente la grande maggioranza dei partecipanti alla maratona era composta da cristiani, molti di loro però erano più interessati alla gara podistica che alla messa domenicale. È un aspetto da sottovalutare o ignorare? Oggi la Chiesa cattolica, anche in Italia, deve convivere con una società fortemente secolarizzata, dove il sistema dei valori è assai diverso da quello di alcuni anni fa. Può piacere o meno, ma non si può far finta di nulla e dare per scontato ciò che scontato non è più. Conciliare il calendario liturgico con quello delle maratone e dei grandi eventi sportivi non è semplicissimo e non è sempre possibile. Forse l'unico modo per evitare polemiche è parlarsi. Dialogare. Sapendo che il rispetto va rivendicato, ma va anche riconosciuto a chi la pensa diversamente. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino