La vergogna dell'Europa è anche colpa nostra

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Caro direttore,
il Ministro degli esteri austriaco è convinto che «i preparativi per i controlli alla frontiera con l'Italia non sono solo giusti ma anche necessari. Noi ci prepariamo e difenderemo il nostro confine del Brennero se ciò sarà necessario». È di ieri la presa di posizione della Francia, patria della civiltà e della tolleranza (?), e della Spagna che negano la possibilità per le navi cariche di profughi di attraccare nei loro porti. Ma è questa l'Europa dei popoli, l'Europa che ha tanto discusso prima di approvare la sua Costituzione sul rispetto dei diritti delle altre culture, civiltà e minoranze? Sono allibito difronte all'atteggiamento di chi si sente sotto assedio e si prepara a difendersi dal nemico d'oltre mare. Certo il problema dei flussi migratori è enorme e direi epocale e va gestito non subito passivamente, come mi pare faccia a volte l'Italia, ma pensare di affrontarlo con l'esercito e i mezzi blindati è a dir poco assurdo.


Maurizio Conti
Portogruaro (Ve)


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Caro lettore,

di fronte a quello che sta accadendo, al comportamento vergognoso di alcuni paesi, concetti come solidarietà, civiltà e tolleranza rischiano di essere parole svuotate di significato e ridotte a pura retorica. Purtroppo però ciò che sta accadendo è anche colpa nostra. Per troppo tempo abbiamo finto di credere che la gestione dei flussi migratori fosse una semplice questione di accoglienza. Ci siamo divisi tra buoni e cattivi, tra chi voleva aprire le porte e chi voleva chiuderle. Si è trasformata una partita epocale come gli enormi flussi migratori che dall'Africa portano ogni giorno migliaia di persone sulle coste italiane, in una diatriba ideologica, giocata sui principi. Nulla di più sbagliato. I valori se non sono sostenuti da una politica e da una strategia immiseriscono nella propaganda. La partita migranti va affrontata assumendosi le necessarie responsabilità. Avendo il coraggio di dire no, quando serve. E avendo anche la forza di rispondere duramente, con i fatti non solo con le parole, agli egoismi nazionali. Non possiamo accettare che si schierino i blindati ai nostri confini e si faccia strame di ogni principio di alleanza, senza colpo ferire. È in gioco il nostro presente. Ma anche il nostro futuro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino