I morti e i cori razzisti, tragiche conseguenze di un mondo del calcio debole e indeciso a tutto

I morti e i cori razzisti, tragiche conseguenze di un mondo del calcio debole e indeciso a tutto
Egregio direttore, un altro anno in tasca, s enza infamia e senza lode. Macabra coda di un 2018, l'ennesima violenza al calcio, col morto, ingiustificata e abominevole, con...

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Egregio direttore,
un altro anno in tasca, s enza infamia e senza lode. Macabra coda di un 2018, l'ennesima violenza al calcio, col morto, ingiustificata e abominevole, con manifestazioni tribali di guerriglia metropolitana, per una fede da difendere, contro il nemico, mai amico, mai avversario, soltanto rivale da abbattere. I guerrieri della notte non accettano invasioni barbariche. Xenofobia su giocatori di colore d'altra casacca, agguati a supporters non in visita parenti, tuttavia sostenitori d'altro marchio, perciò, non belligeranti. Non conta, quando il tifo diventa soppressione dell'altrui appartenenza. Poca dialettica, tanto nichilismo, demenza, non senile. A penalizzare un gioco, per qualcuno, ancora il più bello del mondo, per gli idioti soltanto la scena di un crimine, attuato e da attuarsi. Ammetto di avere da sempre una pallonara predilizione, avendolo giocato in gioventù, pur solo amatorialmente, e seguito in divenire, sui media, tv e carta stampata. Contradditori, meramente verbali, con sostenitori d'altri mosaici, solamente ironia e sarcasmo, vicendevolmente. Purtroppo, il contenitore della violenza è stato scoperchiato, ed il contenuto è stato raccolto da una congrua porzione di nullità. Sarà l'ultimo capitolo di un horror da spalti? Mai dire mai.

Lettera firmata
Rovigo



Caro lettore,

di fronte a vicende tragiche come quella di Milano, il mondo del calcio italiano dimostra la sua grande debolezza politica e un colpevole indecisionismo. In tutto ciò che è accaduto il giorno di Santo Stefano, dentro e fuori San Siro, ci sono due certezze: un morto e i cori razzisti. Il resto annega in un diluvio di parole, in un rincorrersi di scaricabarili e di mancate assunzioni di responsabilità. Eppure alcuni fatti sono evidenti e sotto gli occhi di tutti. I cori contro i giocatori di colore sono ormai una costante nei nostri stadi. Evidentemente le norme dissuasive messe finora in atto sono poco o nulla efficaci. Vanno perciò inasprite e va punita la squadra i cui tifosi intonano cori razzisti. Cosa si aspetta a farlo? Altro tema cruciale. Gli ultras continuano ad essere realtà, in tutto o in parte, fuori controllo. Lo dimostra il fatto che a dar man forte agli estremisti della curva interista il 26 dicembre c'erano anche squadristi del pallone provenienti da Nizza e giunti a Milano in tutta tranquillità, con l'ovvio intento di menar le mani. Anche in questo caso ci si chiede: non è proprio possibile fare nulla per fermare e disarmare questi forsennati? Si è detto da più parti che morire per una partita di calcio non ha senso. Verissimo. Ma non ha nemmeno senso consegnare uno sport nelle mani di violenti e delinquenti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino