«Mio marito invalido al 100%, il catetere veniva cambiato una volta al mese, ora ogni due»

«Mio marito invalido al 100%, il catetere veniva cambiato una volta al mese, ora ogni due»
Gentile Direttore, le scrivo per segnalare un problema che mi trovo a dover affrontare insieme a molte altre famiglie che si trovano nelle nostre condizioni. Mio marito ha una...

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Gentile Direttore,
le scrivo per segnalare un problema che mi trovo a dover affrontare insieme a molte altre famiglie che si trovano nelle nostre condizioni. Mio marito ha una invalidità del 100% ed è portatore di catetere permanente da circa due anni. Il cambio del catetere, che viene fatto a domicilio dal servizio sanitario pubblico, all'inizio veniva effettuato una volta al mese. Successivamente i tempi si sono allungati fino ad arrivare a due mesi e mezzo di intervallo tra un cambio e l'altro.

Questo corpo estraneo, a cui si fa ricorso solo quando non ci sono alternative, dopo un mese circa che è inserito, comincia a dare fastidi che col passare del tempo diventano insopportabili.
Il personale sanitario, sempre gentile, efficiente, disponibilissimo, nonché sempre di corsa perché oberato di lavoro, bersaglio dei continui tagli alla sanità, non ha modo di garantire la soddisfazione dei bisogni dei pazienti.
Pur sapendo che i problemi della sanità sono tanti desidererei che venisse posto l'accento anche su questo particolare problema che, con l'invecchiamento ella popolazione, sarà sempre più presente.
Annamaria Niero
Mestre



Cara lettrice,
spesso in questa rubrica ci occupiamo di massimi sistemi, di questioni etiche, di alta e bassa politica. Ma ci sono anche tanti problemi, piccoli e grandi, che condizionano concretamente e quotidianamente la vita delle persone e di chi sta loro accanto. Spesso però la maggior parte di noi ignora l'esistenza stessa di questi disagi e queste sofferenze. Non per indifferenza, ma semplicemente perché non sa che esistono.
Anche per questo pubblico la sua lettera. Non so se verrà letta da qualcuno che può contribuire ad alleviare le sofferenze di suo marito e di tanti come lui. Ma credo sia giusto che anche di queste realtà si parli. E magari si trovi una strada per rendere meno faticosa l'esistenza di chi già ha sofferto e soffre. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino