La mancanza di buonsenso in aeroporto ai danni di una donna invalida

La mancanza di buonsenso in aeroporto ai danni di una donna invalida
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Egregio Direttore,
mercoledì scorso, io, portatrice di handicap deambulatorio, giunta assieme a mio marito con ampio anticipo all'aeroporto di Venezia, per prendere il volo diretto a Corfù delle 14.20 (Volotea), per un pugno di secondi mi sono vista lasciare a terra, nonostante fossi, pur in estremo limite, ancora in orario con la chiusura del check-in (13,50) e col decollo dell'aereo (14.20). Era successo che la mancata segnalazione del numero del gate sui monitor all'ingresso mi aveva fatto perdere del tempo a chiedere informazioni; l'affollamento a quell'ora della stazione aeroportuale, ma soprattutto la grande distanza, per raggiungere il gate per l'imbarco, mi aveva fatto arrivare ad un pugno di secondi dal momento in cui l'operatrice, senza guardarsi intorno (mi avrebbe visto), usciva dalla sua cabina, per dare all'esterno il segnale della partenza al bus navetta con i passeggeri. Eppure era la stessa persona che, pochi istanti prima, ci invitava attraverso l'altoparlante, con tanto di nome e cognome in frettolosa ripetizione, a raggiungere la postazione. Al suo perentorio diniego di farci prendere l'aereo, le si faceva presente, prima che lei prendesse in mano la cornetta per parlare col comandante, la causa principale dello strettissimo ritardo, ovvero la mia visibile condizione di portatrice di handicap. Costei, invece di prendere nota e comprendere la situazione, si asteneva dal riferire un così importante dettaglio. Con l'ampio tempo ancora a disposizione, si poteva ovviare al danno chiedendo un altro mezzo, visto che era vietato proseguire a piedi. Non è stato così ed ho perso l'aereo con tutte le conseguenze che si possono immaginare. Cosa pensare, dunque, dell'insensibilità, se non della cattiva volontà di una persona, nel tal caso diversamente professionale, forse presa solo dalla voglia di smontare in fretta dal proprio turno di lavoro?

Eleonora Mattuzzi
Albignasego (Padova)


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Cara lettrice,

credo sia meglio non pensare proprio nulla. Possiamo solo sperare che, se non la poco gentile operatrice aeroportuale, qualcun altro legga la sua lettera e provi a spiegare alla signorina il rispetto che meritano le persone, a maggior ragione se afflitte da qualche problema. Le regole esistono per essere applicate. Ma l'intelligenza esiste per sapere e capire come applicarle con buon senso. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino