Cari Cinquestelle, la riforma elettorale è sbagliata ma non è un golpe nè un attentato alla democrazia

Cari Cinquestelle, la riforma elettorale è sbagliata ma non è un golpe nè un attentato alla democrazia
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Egregio direttore,
il Suo giornale giovedì scorso, sul tema Rosatellum, ha ospitato l'intervento del Coordinamento per la democrazia Costituzionale-Comitato Padova per la Costituzione. Il giorno dopo Lei ha risposto a un lettore, sempre sulla riforma elettorale, non solo definendone ridicolo il nome (sono d'accordo), ma criticando anche la sostanza e i contenuti (sono ancora più d'accordo). Vorrei farLe notare che tutto quello che ha detto Lei è esattamente quello che il Movimento Cinquestelle ha gridato nelle piazze. Allora dov'è la contraddizione in termini nella politica dei Cinquestelle di cui Lei parla? Io vedo viceversa una Sua grave mancanza di coerenza. Il Suo amico Renzi ha detto che il PD rappresenta l'unico argine al dilagare del populismo, usando in senso dispregiativo questo stupido stereotipo per bollare le critiche alle sue malefatte e ai suoi errori. Può stare tranquillo, non è cosi: in questo tentativo è coadiuvato dalla stampa di regime e adesso da uno sconosciuto signor rosatellum che ha assolto diligentemente il mandato che gli è stato affidato ed è riuscito nell'intento e ha ricompattato miracolosamente tutto il vecchio marciume della politica. Bravo, molto bravo. Io spero tuttavia che l'intelligenza degli elettori scardini questa paratia e impedisca che si realizzi questo disegno contronatura (e contro la democrazia).


Pietro Spera
Padova


Caro lettore,

non sono né amico né nemico di Matteo Renzi. Come non lo sono di Matteo Salvini, di Beppe Grillo o di Silvio Berlusconi. Mi limito, per quel che le mie capacità mi consentono, ad esprimere le mie opinioni senza preoccuparmi di dispiacere o di piacere all'uno o all'altro. Nel caso specifico, a proposito della posizione di M5S sulla riforma elettorale, ho parlato di contraddizione in termini perché trovo irrealistico che si pensi di poter far politica, come sostiene il Movimento fondato da Grillo, escludendo a priori alleanze o intese con altre forze politiche. Dunque non ritengo per principio sbagliata o antidemocratica una legge elettorale che favorisce accordi o alleanze. Contesto invece, come fa M5S e altre forze politiche, alcuni aspetti importanti di questa nuova legge, in particolare per ciò che riguarda i criteri di scelta e selezione dei candidati, e l'ho scritto chiaramente. Aggiungo però che un conto è criticare una riforma, altro è gridare all'attentato alla democrazia o alla Costituzione. La riforma che si sta approvando, dal mio punto di vista, è sbagliata perchè si preoccupa più di soddisfare gli interessi delle forze politiche che di garantire i diritti degli elettori e la stabilità di maggioranze e governi. Ma non è una svolta autoritaria né l'anteprima di un golpe. Forse sarebbe ora che chi fa politica, vecchio o nuovo che sia, imparasse a misurare i toni e a dare il giusto peso alle proprie posizioni. Nell'interesse dei cittadini. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino