Nessuna offesa dal termine "bidella" e la professionalità non si misura da una foto

Nessuna offesa dal termine "bidella" e la professionalità non si misura da una foto
Gentile direttore, personalmente e a nome delle mie colleghe dico che ci riteniamo offese per l'immagine usata nell'articolo e per il termine bidella che, non solo qui ma...

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Gentile direttore,
personalmente e a nome delle mie colleghe dico che ci riteniamo offese per l'immagine usata nell'articolo e per il termine bidella che, non solo qui ma anche nei vari servizi e articoli, viene continuamente usato anche se ormai riduttivo e anacronistico.

Claudia Silvestro


Cara lettrice,

ma perché lei e le sue colleghe vi sentite offese dall'immagine usata e dal termine bidella? Forse perché l'operatrice scolastica ritratta è un po' in carne? E dove starebbe l'offesa? Forse che una lavoratrice ma il discorso vale ovviamente anche per un lavoratore maschio) se non è longilinea deve vergognarsi? Forse che il peso è diventato un elemento di valutazione professionale? Forse se una persona non risponde ai canoni di bellezza decantate da riviste o dai guru della moda non dovrebbe aver diritto di lavorare? Abbiamo pubblicato la foto (vera) di una bidella per illustrare un articolo dedicato a questa categoria professionale. Fateci capire: dove sta l'offesa? Nel fatto che quella bidella non è alta, bionda e longilinea? Ma non è forse più importante che sia brava, professionale e puntuale nel suo lavoro? E chi vi dice che quella ritratta in fotografia non lo sia? Quanto poi all'uso del termine bidella, anche in questo caso faccio fatica a capire dove stia il problema o l'offesa. So bene che nel tempo dei neologismi la forma ha spesso la prevalenza sulla sostanza. Ma io come tanti altri siamo cresciuti chiamando bidelli i bidelli e non, come imporrebbe oggi il politicamente corretto, collaboratori scolastici. Li abbiamo apprezzati per la loro disponibilità e qualità umane. O magari detestati per quella che ci appariva un'eccessiva severità. Ma non abbiamo mai avuto la sensazione che chiamandoli bidelli li offendavamo. Né loro hanno mai preteso di essere chiamati diversamente. Sbagliavamo noi e loro? Non credo. Ma sei lei ritiene offensivo essere chiamata bidella ne prendiamo atto. E le chiediamo anche scusa. Ma noi continueremo a chiamare gli operatori scolastici con il loro nome originale. Per chiarezza nei confronti di chi legge. Ma anche per rispetto nei confronti dei tanti bidelli che abbiamo conosciuto durante i nostri studi e che non hanno nessuna ragione di vergognarsi del loro lavoro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino