Assemblee sindacali, mancano norme dettagliate e sanzioni

Assemblee sindacali, mancano norme dettagliate e sanzioni
Caro direttore, nella sua risposta alla lettera del signor Stefan sulla chiusura del Colosseo per l’assemblea dei lavoratori, lei si chiede come mai all'estero fatti del...

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Caro direttore,

nella sua risposta alla lettera del signor Stefan sulla chiusura del Colosseo per l’assemblea dei lavoratori, lei si chiede come mai all'estero fatti del genere non succedono mai. Non è proprio così: 10 anni fa il Louvre restò chiuso per due settimane perché ai custodi provenienti dalla Martinica fu tolto il viaggio gratuito, in agosto, per le vacanze nell’isola delle origini. Sempre in Francia, l’anno scorso, la Tour Eiffel restò chiusa per tre giorni. In Inghilterra la National Gallery è aperta a singhiozzo da mesi per una dura lotta sindacale. In Italia altri casi, ma senza il clamore né l’indignazione di oggi: a Firenze (sindaco Renzi) il 30 giugno del 2013, senza preavviso e per tutta la notte, fu chiuso il Ponte Vecchio per una festa privata di Montezemolo, invitati i tesserati del Club Ferrari. Per tornare all’assemblea dei lavoratori del Colosseo, la data di convocazione era stata comunicata una settimana prima - il 12 settembre- ma nessuno si era preoccupato più di tanto per ridurre i disagi. Infine è da notare che all’odg. dell’assemblea vi era la richiesta di pagamento degli straordinari dei lavoratori dei Beni culturali, bloccati da più di un anno, i cui fondi, miracolosamente, sono stati sbloccati un paio di giorni dopo. Ben sapendo che spesso vi sono iniziative sindacali o pseudo tali dietro le quali vi sono strane e assurde motivazioni, una regolamentazione, che preveda anche pesanti sanzioni disciplinari, fino al licenziamento, appare sempre più necessaria. Ad esempio, nel caso del Colosseo, sarebbe opportuna una indagine per conoscere quanti e chi ha partecipato all’assemblea, per stanare i “furbetti” – certamente ce ne sono - che nelle due ore sono andati per i fatti loro.




Mario Ferrarese

Rovigo



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Caro lettore,


la chiusura del Louvre fu una vicenda talmente clamorosa e inconsueta che ancora ce ne ricordiamo. Ovviamente anche in altri paesi nel settore dei Beni culturali ci sono tensioni e conflittualità sindacali. Ciò che fa specie in Italia, e a questo mi riferivo, è la ripetitività di certi episodi, la loro assoluta imprevedibilità e l'assenza di qualsiasi preoccupazione nei confronti dei cittadini e dei disagi che a loro derivano. Senza dimenticare un dettaglio non proprio secondario: gli addetti del Colosseo, come quelli di Pompei, per la loro protesta non hanno perso un soldo, perché erano in assemblea retribuita. Il fatto è che tutto ciò è perfettamente legale perché, al contrario di quanto accade nella maggior parte degli altri paesi, non esistono norme che regolano nel dettaglio questa materia prevedendo eventuali sanzioni per chi, lavoratore o sindacato, non le rispetta. Dunque, come vede, non è sbagliato sottolineare l'anomalia italiana. Tanto più grave considerata l'importanza che ha per il nostro Paese è il suo prodotto interno lordo l'industria culturale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino