Alessandro Gassmann: «Ormai i 14enni hanno tutti il telefono in mano»

Alessandro Gassmann: «Ormai i 14enni hanno tutti il telefono in mano»
Un post di denuncia quello di Alessandro Gassmann che su Twitter ha riflettuto su un gruppo di adolescenti osservati durante una serata in discoteca organizzata...

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Un post di denuncia quello di Alessandro Gassmann che su Twitter ha riflettuto su un gruppo di adolescenti osservati durante una serata in discoteca organizzata dalla scuola.


"Nella penombra scorgo sagome di ragazzini che fumano, alcuni vomitano, si fotografano, ma non si guardano". Ad attirare l'attenzione dell'attore - impegnato a girare una scena all'esterno del locale - il comportamento dei minorenni "ammassati all'interno". "Circa duemila ragazzi sovrastati da musica che ho difficoltà a definire tale, tutti con telefonino in mano in una penombra inquietante - racconta su Twitter - i maschi tutti con lo stesso taglio di capelli, sfumatura altissima, semi rasati ai lati e ciuffo prominente, alcuni con riga da una parte stile nazista. Le ragazze truccatissime, con minigonne o calzoncini ridottissimi, trasparenze, capelli rigorosamente piastrati, tacchi vertiginosi".

"La cosa che mi ha impressionato - confessa - erano gli sguardi di questi bambini/vecchi, che hanno già visto tutto sul loro telefonino, il sesso, la guerra, la morte, e che guardano solo in basso, con occhi spenti, che non devono già scoprire nulla, che non desiderano nulla, dei piccoli 'guardoni' digitali per i quali - secondo l'attore - la conquista di qualcosa di reale parrebbe inutile se non fotografata e pubblicata". Un ritratto dei giovani di oggi che Gassmann sembra voler ricondurre al comportamento degli adulti. "Biglietti venduti a scuola che avalla", scrive l'attore, rispondendo ai commenti al tweet, "Non ho visto un adulto né dentro né fuori, li hanno portati con dei pullman...", aggiunge polemico, sostenendo infine che un ragazzo a "14 anni alle 11" dovrebbe stare "a casa, se tu genitore non fai il tuo mestiere distruggi tuo figlio". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino