Scuola, pessimismo sulla riapertura: ecco perchè

Scuola, pessimismo sulla riapertura: ecco perchè
Caro Gazzettino, scrivo per poter condividere  alcune riflessioni, maturate nel tempo, soprattutto in questii mesi, e che ho potuto sentire condivise da molti che mi...

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Caro Gazzettino,
scrivo per poter condividere  alcune riflessioni, maturate nel tempo, soprattutto in questii mesi, e che ho potuto sentire condivise da molti che mi circondano. A poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico 2020-21 lo scenario mi appare tutt’altro che rassicurante. Ammetto che da genitore speravo che all’alba di fine agosto le indicazioni in merito alla riapertura della scuola e a cosa potrebbe accadere a seconda dei possibili futuri scenari legati all’emergenza COVID-19 fossero ormai definiti, chiari, tangibili. Invece, ahimè, mi sembra di essere avvolta da una fitta nebbia, da una coltre densa che non mi permette di vedere la luce. La luce in fondo ad un tunnel che imbocchiamo inermi il 24 febbraio, inizio delle prime restrizioni, e che mi pare non avere ancora fine..

.Pessimismo? Eccessivo realismo? Non so che dire....Sono mamma di tre splendidi figli che il 14 settembre dovrebbero iniziare tutti “la prima”, elementare, media e superiore (come si definivano ai miei tempi..) e non so per chi essere più preoccupata! Non tanto per loro direttamente, penso ce la possano fare ad affrontare queste nuove avventure che la vita offre loro, piuttosto perchè non mi è chiaro se sarà loro permesso di provare a farcela, se potranno cominciarla questa scuola. La scuola...croce e delizia degli studenti di tutti i tempi. Ora mi sembra un miraggio, la vediamo ma non la raggiungiamo, qualcosa di etereo, qualcosa che senti di poter toccare e vivere, ma poi sfugge. In questi ultimi sei mesi cose sulla scuola, della scuola, per la scuola se ne sono dette tante, a mio modesto parere troppe; fatti concreti, però, mi sembra di averne visti pochi. Perdonatemi, forse sono pochi per me, magari per la maggior parte sono stati invece tanti...chissà... A questo punto poi non posso non aggiungere la scelta che purtroppo sono costretta a definire “scellerata” di piazzare le votazioni quattro giorni dopo l’inizio dell’anno scolastico più atteso dal popolo italiano o per lo meno dai genitori! Ma è mai possibile che nel terzo millennio si occupino ancora le scuole, si sacrifichi sempre e solo il luogo del sapere per votare? Non riusciamo proprio a trovare dei luoghi alternativi? Ecco il perchè della nebbia, il perchè non riesca a percepire abbastanza amore per la scuola, abbastanza voglia di difendere e sostenere veramente l’istituzione culla della cultura e quindi del futuro dei nostri figli. La cultura, la conoscenza, il sapere ci rendono liberi: liberi di pensare con la propria testa, forti contro chi con la forza cerca di imporre pensieri ingabbiati in pregiudizi e preconcetti. “Trasformare i sudditi in cittadini è un miracolo che solo la scuola può compiere” per citare Piero Calamandrei. Viene da chiedersi se non si voglia più avere cittadini.... Elisa, una mamma preoccupata Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino