La Pasqua, ecco cosa significa essere davvero cristiani

La Pasqua, ecco cosa significa essere davvero cristiani
La Pasqua per i cristiani è la festa più grande, perchè celebra la vittoria di Cristo sulla morte. Anche per i non credenti dovrebbe rappresentare motivo di...

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La Pasqua per i cristiani è la festa più grande, perchè celebra la vittoria di Cristo sulla morte. Anche per i non credenti dovrebbe rappresentare motivo di speranza. Evidentemente non ci rendiamo ancora conto della portata di questo evento, che segna un passaggio epocale per tutta l'umanità. Attenzione però a non fare confusione, perché Gesù promette la vita e la felicità eterna, una realtà nuova: non ci sarà più pianto, dolore e morte! Niente a che vedere con la reincarnazione che attendono altre religioni, perché in questo caso si tratterebbe di tornare a vivere in questo mondo, con la stessa o magari maggiore fatica, sofferenza e morte, una vera tortura... io non vorrei questa reincarnazione. Questo per dire che la moda di certe religioni orientali ha fatto breccia in molti. Così, quando uno invita ad avvicinarsi alla chiesa si risponde affermando che ci sono tante religioni... (ma forse di queste interessa poco). Insegnava giustamente il sacerdote Luigi Giussani, che è ragionevole impegnarsi seriamente a scoprire e a vivere la religione cui si è stati educati, quella di cui è imbevuta la tradizione della propria terra, poi, eventualmente, guardare anche ad altre, anche perché, per approfondire seriamente tutte le religioni ci vorrebbero mille anni! Allora, con tutto il rispetto per ogni diversa forma di rapportarsi con Dio, il cristianesimo si distingue perché non è la ricerca di Dio da parte dell'uomo, ma è l'azione, l'evento di Dio che irrompe nella storia, si coinvolge con la nostra storia, si fa carne e sangue e vive accanto a noi. È un Dio che si può toccare, interpellare, perfino rimproverare, che ha dato tutto per amore, fino alla croce. In Cristo Dio si è fatto conoscere, abbracciare, non è più il dio lontano e temibile, quello immaginato dagli uomini e magari identificato con le forze terrificanti della natura. Visto il bene fatto, Gesù è credibilissimo nelle sue promesse, come lo sono i Suoi discepoli nell'annunciare la Resurrezione, perché per questo sono andati incontro a persecuzione e morte e davanti alla morte non si bara! E sono credibili i cristiani di ogni tempo quando praticano la carità fraterna (e ce ne sono tanti, nonostante si guardi sempre agli esempi negativi).


Gaetano Mulè
Udine 
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Il Gazzettino