Documenti, file scaricati dai computer, posta elettronica. E' stato aperto anche il pc di Vincent Bollorè, presidente di Vivendi. Obiettivo: verificare se dietro la...
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IL RASTRELLAMENTO
Stando all'accusa, il finanziere Bretone avrebbe disdettato l'accordo per l'acquisizione di Premium per rastrellare titoli del Biscione a quotazioni da saldo. «E' un'inchiesta infondata, siamo trasparenti. E' il risultato della denuncia ingiuriosa presentata da Berlusconi contro Vivendi dopo la sua ascesa nel capitale di Mediaset», contrattaccano i francesi. L'esposto, firmato dall'amministratore delegato di Fininvest, Danilo Pellegrino, è stato consegnato in procura lo scorso 13 dicembre e dice chiaro e tondo che c'è stata «una ben precisa strategia messa in atto da Vivendi per acquisire azioni Mediaset a un prezzo artificiosamente diminuito del 30% rispetto a pochi mesi or sono, proprio per effetto dell'allora incomprensibile atteggiamento di rifiutarsi di onorare il contratto definitivo di acquisizione di Mediaset Premium». I primi segnali risalgono al 21 giugno, quando arriva una lettera di de Puyfontaine che «in maniera totalmente strumentale contesta il business plan di Premium, che peraltro non rientrava nel perimetro delle garanzie contrattuali». Il 25 luglio l'accordo salta, il giorno dopo Vivendi spiega il motivo: «Premium è stata venduta come una Ferrari, in realtà è una Fiat Punto». Critiche «false e ingiuriose», replica Mediaset, ma l'effetto è uno schianto del titolo in Borsa e da questo momento - non da dicembre come comunicato ufficialmente al mercato, rileva la memoria - Bollorè avrebbe cominciato a rastrellare i titoli del Biscione. Lo dimostrerebbe il volume degli scambi di Borsa: il 14 dicembre Vivendi avrebbe acquistato il 7,68% del capitale Mediaset, ovvero 90,7 milioni di azioni, ma quel giorno passarono di mano solo 83 milioni di azioni. «E' quindi evidente che il gruppo guidato da Vincent Bollorè - si legge nell'esposto - si fosse già assicurato il controllo totale o parziale della partecipazione in Mediaset in epoca anteriore a quella indicata dal mercato, opzionando titoli o comunque rendendoli oggetto di complessi strumenti finanziari derivati».
PLUSVALENZA DA 500 MILIONI
Ed è ciò su cui sta investigando la procura: da dove provengono i titoli acquistati dal finanziere bretone, se abbia organizzato un giro di intermediari che agivano nell'ombra, con quale denaro sono state comprate le azioni e la destinazione finale dell'enorme plusvalenza realizzata.
Il Gazzettino