OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Diagnosi di tumore in aumento, ma soltanto tra le donne. Le statistiche del 2020 parlano in totale di 377.000 persone a cui è stata riscontrata la patologia, ma se gli uomini sono stabili con 195mila diagnosi accertate, addirittura mille in meno rispetto all'anno scorso, il discorso è diverso per le donne. Queste ultime nel 2019, erano 175mila, adesso si è, invece, registrato un preoccupante balzo in avanti di circa 7mila pazienti, portando il contatotore a 182mila casi confermati. È quanto emerge dal rapporto "I numeri del cancro in Italia 2020" presentato oggi dall'istituto superiore di sanità.
Tumore, Giorgio Pietrangeli: «Con il surf ho battuto la malattia»
Nello specifico, il tumore più frequente nel 2020 è alla mammella, con 54.976 diagnosi e una percentuale del 14,6 sul totale.
Èd proprio questo dato ad aprire una speranza nella lotta contro il cancro, come conferma il ministro della Salute Roberto Speranza: «Il numero dei guariti serve a ribadire la qualità del nostro servizio sanitario. Naturalmente c'è ancora tanto da fare, ma rispetto a dieci anni fa sono molte di più le persone che tornano ad avere la stessa aspettativa di vita del resto della popolazione».
Naturalmente la pandemia e l'esplosione dell'emergenza sanitaria legata al Covid hanno complicato la gestione dei pazienti negli ospedali: «Il periodo che stiamo attraversando può trasfomarsi in un'opportunità di cambiamento che non dobbiamo sprecare. Oggi, pur con difficoltà - prosegue il mistro - possiamo dire che la sanità pubblica sta reggendo l'urto, ma dobbiamo fare tesoro dell'esperienza degli ultimi mesi, avviando con coraggio un processo di riforma e potenziamento della medicina sul territorio».
Da lì, infatti, secondo il ministro passa anche una migliore gestione di chi è affetto da altre patologie: «Si daranno risposte efficaci ai milioni di pazienti oncologici nel Paese, attraverso terapie e prestazioni appropriate».
Per questo, prosegue il ministro: «Abbiamo bisogno di dotarci di una rete di servizi territoriali, interconnessi e multidisciplinari, ponendoci come obiettivo il rafforzamento dell'assistenza domiciliare. La casa deve essere il primo luogo di cura. Solo in questo modo è possibile realizzare la presa in carico globale della persona nei suoi bisogni sanitari, sociali e relazionali e non istituzionali. Un ruolo importante devono averlo le famiglie e le associazioni, con la loro capacità di prendersi cura. Bisogna sostenere la comunità scientifica nella lotta al cancro».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino