Diagnosi di tumore in aumento, ma soltanto tra le donne. Le statistiche del 2020 parlano in totale di 377.000 persone a cui è stata riscontrata la patologia, ma se gli uomini sono stabili con 195mila diagnosi accertate, addirittura mille in meno rispetto all'anno scorso, il discorso è diverso per le donne.
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Nello specifico, il tumore più frequente nel 2020 è alla mammella, con 54.976 diagnosi e una percentuale del 14,6 sul totale. Seguono colon-retto (43.702), polmone (40.882) e prostata. Tra le donne aumentano le diagnosi di carcinoma del polmone (+3.4% annuo9), legato purtroppo al fumo. Dopo le brutte notizie, un aspetto positivo: aumentano i sopravvissuti a una diagnosi di tuomore, sono circa 3.6 milioni, il 37% in più rispetto a dieci anni fa.
Èd proprio questo dato ad aprire una speranza nella lotta contro il cancro, come conferma il ministro della Salute Roberto Speranza: «Il numero dei guariti serve a ribadire la qualità del nostro servizio sanitario. Naturalmente c'è ancora tanto da fare, ma rispetto a dieci anni fa sono molte di più le persone che tornano ad avere la stessa aspettativa di vita del resto della popolazione».
Naturalmente la pandemia e l'esplosione dell'emergenza sanitaria legata al Covid hanno complicato la gestione dei pazienti negli ospedali: «Il periodo che stiamo attraversando può trasfomarsi in un'opportunità di cambiamento che non dobbiamo sprecare. Oggi, pur con difficoltà - prosegue il mistro - possiamo dire che la sanità pubblica sta reggendo l'urto, ma dobbiamo fare tesoro dell'esperienza degli ultimi mesi, avviando con coraggio un processo di riforma e potenziamento della medicina sul territorio».
Da lì, infatti, secondo il ministro passa anche una migliore gestione di chi è affetto da altre patologie: «Si daranno risposte efficaci ai milioni di pazienti oncologici nel Paese, attraverso terapie e prestazioni appropriate».
Per questo, prosegue il ministro: «Abbiamo bisogno di dotarci di una rete di servizi territoriali, interconnessi e multidisciplinari, ponendoci come obiettivo il rafforzamento dell'assistenza domiciliare. La casa deve essere il primo luogo di cura. Solo in questo modo è possibile realizzare la presa in carico globale della persona nei suoi bisogni sanitari, sociali e relazionali e non istituzionali. Un ruolo importante devono averlo le famiglie e le associazioni, con la loro capacità di prendersi cura. Bisogna sostenere la comunità scientifica nella lotta al cancro».
La ns vita è piena di incognite e pericoli.Ognuno di noi rischia tutti i giorni nel lavorare e semplicemente vivere.Tutti ai dimenticano che al giorno ci sono circa 500 morti di tumori che spesso sono dovuti al ns stile di vita.
— Manuel (@ManuelTucci2) October 8, 2020
Volete campare 100 anni? State in casa.
Io vivo..