I sindaci del terremoto lanciano un appello alle istituzioni per non essere dimenticati, almeno dopo la prima fase dell'emergenza. L'occasione è quella del secondo...
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A rassicurare i sindaci del cratere ha pensato anche il ministro dell'Interno Angelino Alfano: Pirozzi di Amatrice «ha posto un problema di visibilità che viene affrontato e risolto senza dubbio e io lo ringrazio anche per l'elemento di fiducia che ha voluto mettere nelle sue parole». Fiducioso il presidente dell'Anci Antonio Decaro, che non ha esitato a ricordare i luoghi del sisma «distrutti e attraversati dall'angoscia, dove vive la storia di tante famiglie, che lì vogliono tornare a stare». Tutta in chiave politica la piccola polemica scoppiata al termine degli interventi dei sindaci. Il capogruppo di FI a Maontecitorio, Renato Brunetta, ha giudicato «grave» l'esclusione dei sindaci «appartenenti all'area politica di centrodestra (Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d'Italia) dalla discussione dei problemi che riguardano i cittadini italiani». Anche Massimiliano Fedriga, capogruppo della Ln, ha puntato il dito su una presunta mancanza di pluralismo: «ci aspettavamo un ravvedimento da parte della presidente della Camera e invece c'è stata solo l'ennesima presa in giro». «Spiace - ha osservato - che la Boldrini, proprio in virtù del suo ruolo istituzionale, invece di essere garante del pluralismo e della democrazia abbia preferito proseguire con un monologo, con un pensiero unico pro domo sua».
Da parte sua Maurizio Gasparri, vicepresidente di FI al Senato, ha puntato il dito su «scelte discriminatorie, che dimostrano che perfino momenti di riflessione e di incontro nelle istituzioni democratiche sono usati per includere alcuni ed escludere altri».
Il Gazzettino