Un fiore, poi un altro. Poi una candela, un biglietto, un piccolo peluche. A poco a poco, in un angolo buio e dimenticato della Tiburtina è stato composto un commovente...
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Clienti, passanti, ciclisti, automobilisti, che versano lacrime quando ricordano Sandra. Le sue amiche di strada piangono ma con loro sono molte le persone che si fermano e che le dedicano una preghiera, un saluto. Sandra era il nome romano della donna. Aveva celato la sua vera identità probabilmente per il terrore dell’ambiente che frequentava e che era costretta a frequentare. Il suo vero nome era Adriana Andone ed aveva il suo uomo che l’aspettava in Romania con la loro figlia di 2 anni.
Lei è partita tempo fa per raggiungerlo. Ma, fra i sospettati del delitto, c’è proprio il compagno di Adriana. Il cadavere, adagiato nel sedile posteriore, è stato trovato nell’auto di lui che nel frattempo non si trova. Sandra era a Roma e cercava sempre di proteggersi dal mestiere che era costretta a fare. Doveva guardarsi da maniaci e violenti. E’ morta, invece, per andare a raggiungere il suo uomo. Intanto, c’è chi la ricorda e si commuove anche a Roma, sulla piazzola di servizio sulla Tiburtina. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino