Nove medici indagati con l'accusa di omicidio colposo. E altra documentazione medica sequestrata. Si profilano complessi gli accertamenti sulla morte di Erika De Leo la...
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Senza il consenso delle pazienti asportava utero e chiudeva le tube: medico arrestato
LA RICOSTRUZIONE
La giornata del 5 novembre per Erika era volata via come sempre, quando nel pomeriggio ha avvertito dei dolori seguiti da piccole perdite ematiche. Alla ventinovesima settimana di gravidanza la bambina già premeva per nascere. Il ricovero all'ospedale Sant'Eugenio, a pochi minuti da casa, è stato immediato. La piccola è nata alle 6 e mezza del pomeriggio. Poco prima della mezzanotte l'atroce notizia per la famiglia: Erika non ce l'aveva fatta. Era morta almeno un'ora prima. I medici avevano provato a contenere delle complicanze sottoponendola a un intervento ricostruttivo delicato, ma poi si sono dovuti arrendere di fronte a un arresto cardiaco che stremata l'ha strappata alla vita. La piccola, invece, era venuta alla luce anche se prematura e in condizioni delicate, visti i mesi di gestazione ma anche la sofferenza patita durante la nascita. E' stato il pm Roberto Felici a raccogliere la denuncia della famiglia, assistita in questa fase straziante dall'avvocato Giovanna Mazza. «Non vogliamo colpevoli a tutti i costi», ha detto la madre di Erika, «vogliamo solo capire come e perché è morta. Lo dobbiamo alle bambine». Il magistrato per accertarlo ha nominato due specialisti, il medico legale Silvestro Mauriello e il ginecologo Francesco Sesti, due specialisti dell'università Tor Vergata. Anche la famiglia De Leo ha delegato un medico legale di fiducia di seguire gli accertamenti sanitari, il professore Antonio Oliva dell'università Cattolica.
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Il Gazzettino