Maxi confisca in una grossa operazione dei carabinieri e finanzieri del Comando Provinciale. I militari stanno eseguendo un decreto di confisca emesso a carico di una...
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Nel dettaglio, le indagini patrimoniali eseguite nell’ambito del procedimento di prevenzione avevano consentito di rilevare come i 10 soggetti (Calì Antonino, Castelli Adamo, Celano Claudio, Colagrande Massimiliano, Costantino Andrea, Livi Danilo, Montali Emiliano, Pittaccio Marco, Scatena Mariano e Silenti Ferdinando), destinatari del provvedimento di sequestro, disponessero di beni del valore del tutto sproporzionato rispetto al reddito percepito e dichiarato da loro e dalle persone rientranti nel loro nucleo familiare, tanto da far ritenere che tali risorse economiche costituissero provento o reimpiego di attività delittuose. Il provvedimento è stato adottato su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma che, nel valutare la perdurante pericolosità sociale dei 10 destinatari, aveva recepito la proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale avanzata dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, basata sulla mancata dimostrazione della legittima provenienza dei beni nella disponibilità dei proposti e la manifesta sproporzione tra il patrimonio accumulato dagli stessi e dai propri nuclei familiari negli ultimi 20 anni, rispetto al reddito dichiarato al fisco.
Il provvedimento di confisca riguarda 6 esercizi commerciali nella Capitale, 12 società, 32 immobili, di cui 31 a Roma e provincia e uno a Isola di Capo Rizzuto, 74 rapporti finanziari/bancari e 16 veicoli, il tutto per un valore complessivo stimato di circa 10 milioni di euro. Nell’ambito della stessa operazione e sulla scorta dei medesimi presupposti (pericolosità sociale e acclarata sproporzione tra patrimonio accumulato e redditi dichiarati), i militari del Gico del Nucleo Polizia Tributaria della guardia di finanza stanno eseguendo la confisca di beni nei confronti di un ulteriore soggetto, Criscuolo Giuseppe, pregiudicato napoletano, già appartenente al clan di camorra “Mariano”, ma da lungo tempo domiciliato nella Capitale ed in contatto con esponenti di spicco della criminalità romana.
In tale contesto, la confisca ha ad oggetto un patrimonio già sottoposto a sequestro nel gennaio 2016, costituito da 6 fabbricati ubicati a Roma, 1 società a responsabilità limitata (esercente, in Roma, l’attività di “affittacamere, case vacanze, bed and breakfast, residence”), 3 autovetture e due rapporti finanziari/bancari, per un valore complessivo stimato in circa 6.200.000 euro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino