«Fuggito con i miei figli, in strada spostavo i massi con le mani»

«Fuggito con i miei figli, in strada spostavo i massi con le mani»
PADOVA - «Siamo vivi per miracolo. Qualcuno ci ha spinti fuori mentre il tetto crollava e i tubi scoppiavano». Il publico ministero Roberto D'Angelo parla...

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PADOVA - «Siamo vivi per miracolo. Qualcuno ci ha spinti fuori mentre il tetto crollava e i tubi scoppiavano». Il publico ministero Roberto D'Angelo parla lentamente e a voce bassa. «Faccio fatica a riprendermi da quello che mi è accaduto», dice il magistrato. Lui, i suoi tre figli e la sua compagna, l'avvocato Federica Turlon, sono salvi miracolosamente.

La notte del 24 agosto il pubblico ministero, di origine romana, e la sua famiglia erano nella casa costruita dal bisnonno a Amatrice, la zona più colpita dal terremoto. «Ci sono stati tanti morti perché molti romani erano in vacanza. Domenica al supermercato c'era addirittura la coda. Io vado ad Amatrice cinque giorni all'anno in occasione delle feste di fine agosto».


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Il Gazzettino