La lucidità della vittima, che ha descritto in modo accurato il suo aggressore, e il senso civico di due testimoni che hanno aiutato le indagini della Polizia. Così...
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Noa, lo stupro e il dolore senza tregua: «Il trauma delle vittime è pari a quello dei veterani di guerra»
Aveva già precedenti specifici: nel 2016 era stato denunciato per violenza sessuale dalla fidanzata di allora, ma era conosciuto anche per reati di droga e per lesioni. Secondo la Polizia, coordinata nelle indagini dalla Pm Michela Guidi, sarebbe stato lui ad avvicinare la 24enne in via Serlio e a trascinarla con la forza nel parco del Dopolavoro ferroviario, dove ha subito violenza ed è stata rapinata del cellulare.
Poco prima dell'aggressione, lei si era accorta di essere seguita e aveva telefonato a un amico, uno studente saudita in questi giorni a Bologna, per avvertirlo. Qualche minuto dopo, non riuscendo più a contattarla perché il violentatore le aveva sottratto il telefono, l'amico ha intuito fosse successo qualcosa. Non parlando italiano, per dare l'allarme ha chiamato un altro amico in Cile, che conosce l'italiano e dal Sudamerica ha avvisato la Polizia.
A Venturi gli investigatori sono arrivati grazie alla descrizione fatta dalla ragazza, che di lui ricordava la marca delle scarpe sportive, l'abbigliamento e lo zaino rosso. Ricordava anche che indossava una fede d'argento. Utili alle indagini, svolte anche analizzando i filmati di alcune telecamere della zona, sono state le testimonianze del gestore e di un dipendente di una pizzeria all'interno del parco.
Il 31enne, che conosceva di vista il cameriere, nella stessa serata si era presentato a chiedere qualche spicciolo e una birra. «Ringraziamo questi testimoni - ha detto il capo della Mobile Luca Armeni - perché non si sono fatti scrupoli dimostrando coraggio e senso civico».
Il Gazzettino